“Con il caricabatterie universale un aiuto concreto per limitare l’impatto della tecnologia sul Pianeta”

di Redazione TecnoGazzetta

Lo afferma Thibaud Hug de Lauraze, CEO di Back Market, commentando l’approvazione definitiva della direttiva da parte del Consiglio UE.

Lo scorso 24 ottobre, infatti, è stata approvata dal Consiglio la direttiva che renderà la porta Usb-C l’unica consentita per i dispositivi elettronici come telefoni cellulari, tablet, fotocamere e cuffie. Dalla primavera 2026 l’obbligo si estenderà ai computer portatili.

Back Market, uno dei grandi protagonisti nel mercato di elettronica ricondizionata, accoglie con soddisfazione l’approvazione definitiva della direttiva sul caricabatterie universale da parte del Consiglio UE, che fa seguito a quella del Parlamento Europeo dello scorso 4 ottobre: a partire dal 2024, pertanto, la porta di tipo Usb-C sarà l’unica consentita in Europa per i caricatori di dispositivi elettronici di varia natura.

“L’approvazione della direttiva è una notizia fantastica”, ha commentato Thibaud Hug de Lauraze, CEO di Back Market. “Finalmente quel cassetto pieno di caricatori in perfette condizioni ma inutilizzati, che molti di noi hanno in casa, scomparirà. La legge non solo offre libertà e comodità al consumatore, ma contribuirà a evitare 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici all’anno, perché è in ciò che si trasformano i caricabatterie quando non sono più compatibili. L’approccio ecologico della legge è in linea con lo scopo di Back Market. Siamo un’azienda il cui obiettivo è ridurre l’impatto della tecnologia sul pianeta, allungando la vita dei dispositivi attraverso il ricondizionamento e stimolando l’economia circolare”.

A dare una dimensione della tendenza all’accumulo di prodotti tecnologici dismessi, ha contribuito il recente rapporto pubblicato dal Forum RAEE in occasione della Giornata Internazionale dei rifiuti elettronici, celebrata lo scorso 14 ottobre.

Secondo il rapporto, infatti, nel 2022 saranno circa 5,3 miliardi i dispositivi mobili che cesseranno di essere utilizzati nel mondo: in pratica, quanto una colonna alta 50.000 km, se si potessero disporre uno sopra l’altro. La maggior parte di essi è destinata a essere riposta a lungo in cassetti, box o cantine – sebbene si prestino al recupero di preziosi componenti quali rame, oro, argento o palladio – o a essere “smaltita” tra i rifiuti comuni con ingenti danni per l’ambiente.

Un effetto che la tecnologia ricondizionata, con la sua capacità di prolungare la vita dei dispositivi, aiuta a contrastare attivando processi di economia circolare che limitano la sovrapproduzione di rifiuti elettronici.

 

 

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