Nasce Persona, la guida di Indigo.ai per creare assistenti virtuali senza pregiudizi

di Enrico Cremonese

Creare assistenti virtuali liberi da pregiudizi e con una forte personalità: ora si può, grazie a Persona, la guida sviluppata dalla start-up Indigo.ai

Persona mira a diffondere una maggiore consapevolezza verso i pregiudizi di genere, in quanto permette di verificare se nella creazione del chatbot sia stata, anche involontariamente, applicata una logica sessista.

Attraverso un framework che permette di progettare la personalità dei chatbot, Persona fornisce alle imprese gli strumenti per andare incontro alle necessità degli utenti in un momento storico in cui le comunicazioni con i brand avvengono principalmente online.

Voci quasi sempre femminili e atteggiamento dimesso: gli assistenti virtuali e i chatbot spesso alimentano pregiudizi, specialmente quelli basati sulla differenza di genere. Ma oggi creare un chatbot che esca dalla gabbia degli stereotipi è possibile, grazie a Persona: la guida creata da Indigo.ai – start-up specializzata nella progettazione e realizzazione di assistenti virtuali, tecnologie di linguaggio ed esperienze conversazionali – che aiuta a dare una vera e propria personalità alla macchina e a misurare il grado di pregiudizio (il bias) con cui è stata programmata.

Persona è un framework che guida le imprese e gli sviluppatori nella progettazione di intelligenze artificiali attraverso la definizione delle caratteristiche chiave della sua personalità: oltre al ruolo (come assistenza clienti, supporto medico, accountant, e altri), al genere (che può essere maschile, femminile, ma anche neutro), e al tono di voce (formale, casual, irriverente, ecc.), è possibile definire i tratti della personalità(introverso, amichevole, affidabile, curioso, ecc.), il grado di umorismo che avrà, il modo in cui risponderà agli insulti (con tono assertivo, evasivo o giocoso) e il tipo di relazione che intesserà con gli utenti (professionale, di intrattenimento, condiscendente, ma anche indipendente, amorevole o autoritaria).

Sarà così possibile creare in pochi minuti dei chatbot del tutto personalizzati. Inoltre, Persona permette di verificare se nella progettazione dell’intelligenza artificiale sia stata, anche involontariamente, applicata unalogica legata ai pregiudizi che permeano la nostra quotidianità. Ad esempio, se l’AI svolge la funzione di assistente personale, ha una voce femminile, ha una personalità servizievole e remissiva, risponde in modo giocoso o evasivo agli insulti, probabilmente la guida segnalerà un alto livello di bias. Questa è una funzione estremamente importante in un contesto in cui, secondo una ricerca dell’Unesco dal titolo emblematico “Arrossirei se potessi” (ovvero la risposta data da un noto assistente vocale ad alcuni insulti degli utenti), sempre più spesso gli assistenti virtuali rafforzano e diffondono i pregiudizi di genere, al punto da essere diventanti un modello di tolleranza degli abusi verbali e delle molestie.

La guida creata da Indigo.ai mira, da un lato, a diffondere una maggiore consapevolezza verso questi temi e, dall’altro, a fornire alle imprese gli strumenti per andare davvero incontro nel migliore dei modi alle necessità dei propri clienti, in un momento storico come quello attuale in cui le comunicazioni con i brand avvengono principalmente online. Proprio per questo, Persona è stata selezionata da NABA, Nuova Accademia di Belle Arti – con sedi a Milano e Roma – per un progetto di affiancamento con gli studenti del corso di Design Management, al fine di sviluppare dei modelli di assistenti virtuali su misura per le imprese che vogliono adeguarsi velocemente alle nuove abitudini digitali degli utenti.

“Abbiamo realizzato nel corso di Design Management un mese di affiancamento con alcune start-up, in particolare con Indigo.ai abbiamo studiato e realizzato interessanti concept di User Experience Design per intelligenze artificiali, con applicazioni reali – dichiara Massimo Pettiti, docente presso NABA. – Sono anche in via di attivazione presso Indigo.ai alcuni stage per gli studenti che stanno per diplomarsi.”

“Chi fa il nostro lavoro può aiutare a progettare assistenti virtuali che siano davvero costruiti attorno alle esigenze delle imprese e dei loro utenti e che, soprattutto, siano in grado di elaborare un linguaggio naturale, scevro da condizionamenti, e capace di ribellarsi ai pregiudizi – commenta Gianluca Maruzzella, CEO & Co-founder di Indigo.ai. – È quanto abbiamo fatto con Persona: un tool studiato per definire ogni aspetto della personalità del chatbot. Uno strumento che può fare la differenza e aiutare nel processo di democratizzazione degli assistenti virtuali e nel percorso di avvicinamento dei brand alle persone reali.” 

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