I giovani italiani sono disposti a guadagnare di meno per avere più tempo libero

di Andrea Trapani

Ricerca ServiceNow sulla gen Z e il futuro del lavoro. Le attitudini e le abitudini degli italiani non sembrano cambiare, ma i giovani si aspettano aziende tecnologiche e digitali

ServiceNow, azienda leader nei workflow digitali, presenta i risultati di una ricerca sulle aspettative della Generazione Z e il mondo del lavoro.

Si potevano prevedere professioni futuristiche in nuovi settori, con robot e ologrammi, ma al momento gli italiani si confermano più tradizionalisti. La maggior parte dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni aspira, infatti, a un contratto a tempo indeterminato e a lavorare in una grande azienda.

Nel dettaglio, il classico “contratto a tempo indeterminato” resta il tipo di contratto più apprezzato dai giovani, scelto dal 53% del campione, con una preferenza tra le donne e i residenti del Centro Italia. A seguire, i giovani sembrano preferire contratti a tempo determinato (18%), un lavoro come freelance (17%) o stagionale/interinale (6%). La “multinazionale” è il posto di lavoro preferito per il 39% del campione, seguito dalle PMI (20%) e dalle start up (17%).

Young handsome man standing at the beach and using phone

Il posto di lavoro deve essere tecnologico però. Il 91% del campione ritiene infatti fondamentale l’importanza e l’integrazione delle nuove tecnologie sul luogo di lavoro. Secondo gli intervistati gli strumenti digitali professionali devono essere intuitivi e di facile accesso, come quelli utilizzati nella vita quotidiana. Un dato interessante è che più della metà del campione (56%) è disposto a guadagnare di meno per avere più tempo libero. La maggior parte dei favorevoli a questo compromesso risiede in Centro Italia e sono gli uomini a essere più ben disposti (15%) rispetto alle donne (8%).

“ServiceNow è un’azienda costantemente votata e impegnata nel futuro e nella tecnologia ma anche nel rispetto dell’’ambiente. In questo si può dire che condividiamo gli stessi valori della Generazione Z e lavoriamo per permettere anche alle altre organizzazioni di soddisfare questi obiettivi”. Ha affermato Filippo Giannelli, Responsabile ServiceNow Italia. “Siamo consapevoli però che la partita per avere successo nel business non si gioca solo attraverso la migliore tecnologia, ma anche attraverso la collaborazione e l’acquisizione dei migliori talenti. I giovani sembrano non aver cambiato molto i loro desiderata circa il futuro del lavoro rispetto alle generazioni passate, e questo può stupire, ma anche un altro dato è importante, ovvero il fatto che vogliano lavorare in aziende tecnologiche che mettono a disposizione strumenti facili da utilizzare e intuitivi, oltre che rispettose della società. Per questo è importante che le organizzazioni completino quanto prima la propria trasformazione digitale e restino al passo con i tempi, per non perdere la sfida per l’acquisizione dei talenti e subire un’inevitabile penalizzazione nel business”.

Altri highlights della ricerca

I giovani italiani tra i 18 e i 25 anni aspirano a un contratto a tempo indeterminato e a lavorare in una grande azienda. Ma sono disposti a guadagnare di meno per avere più tempo libero

  • Il lavoro ibrido, ovvero in parte in sede e in parte da remoto, si conferma il modello preferito dalla maggioranza del campione (55%)
  • Il 37% del campione considera come principale criterio per rimanere in un’azienda “la retribuzione e i vantaggi materiali”. Ma a seguire viene data importanza all’impegno sociale (22%) dell’azienda
  • Il campione è unanime (92%) circa l’importanza dell’immagine veicolata dalla società su Internet e gli altri media digitali
  • Il 34% del campione dichiara di preferire un ufficio individuale. A seguire gli open space (30%) e gli spazi di co-working (14%)

Metodologia e campione

L’indagine è stata commissionata da ServiceNow e condotta nell’ottobre 2021 in Francia, Italia e Spagna da Opinea, un istituto di ricerca indipendente. Ha coinvolto un campione di 1.008 uomini e donne dai 18 ai 25 anni in ciascun Paese, che hanno risposto a una serie di 13 domande.

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