Hacker etici: chi sono e come lavorano?

di Redazione TecnoGazzetta

Hacker etici, chi sono? Ma ci si nasce o si diventa?

Si nasce perché non si tratta di cyber criminali pentiti. A spiegarlo è Lorenzo Capecchi, Chief Community Officer che coordina e valida la metodologia di lavoro di alcune centinaia di hacker etici che compongono la community di WhiteJar, la prima in Italia composta da professionisti certificati. “Gli hacker etici sono innanzitutto esperti di sicurezza informatica e di programmazione”.

Fin qui il profilo è assimilabile a quello degli hacker che operano nell’illegalità, ma è il fine per cui lavorano a fare la differenza. 

  • Prosegue Lorenzo: “Le loro competenze tecniche sono al servizio della soluzione di un problema: gli hacker buoni prendono infatti coscienza della presenza di criticità nei sistemi informatici, ma, anziché approfittarsene di nascosto, condividono con le aziende la conoscenza della situazione critica e suggeriscono anche le eventuali soluzioni tecniche”.
  • Ogni sistema informatico da testare viene sottoposto in contemporanea a una moltitudine di differenti approcci tecnici. Due le principali tipologie di attività che le aziende possono chiedere a WhiteJar: vulnerability assessment e penetration test, al termine dei quali vengono rilasciati report dettagliati che includono l’analisi dello stato di salute dei sistemi informatici, come hardware, software e configurazioni.
  • Aziende, enti pubblici e, più in generale, tutte quelle realtà che dispongono di database di utenti con una grande mole di dati sensibili possono rivolgersi agli hacker etici di WhiteJar e avere al loro servizio una comunità estesa di professionisti. Oltre alla versatilità e alla velocità dell’azione contemporanea di più tecnici, questo approccio consente anche di ottenere un vantaggio economico rispetto a modelli tradizionali di cybersicurezza.

Vuoi ricevere gli aggiornamenti delle news di TecnoGazzetta? Inserisci nome ed indirizzo E-Mail:


Acconsento al trattamento dei dati personali (Info Privacy)