Caro roaming, una sfida per gli operatori di rete mobile

di Enrico Cremonese

ROCCO e UROS – Unified Roaming Provider hanno recentemente reso noti i risultati dello studio “Roaming Bill Shock Survey”- giunto alla sua seconda edizione e condotto tra gli operatori di rete mobile di tutto il mondo.

Facendo seguito a una richiesta di UROS, tra settembre e ottobre 2016 ROCCO ha chiesto agli MNO (Mobile Network Operators, Operatori di Reti Mobili) di tutto il mondo di condividere il proprio punto di vista sul tema dei costi elevati del roaming, e di identificare le cause che provocano tali impennate nei costi e quali misure stessero adottando per prevenirli. ROCCO ha raccolto le risposte da parte dei principali operatori di rete mobile, così da poter delineare gli effetti di questa tendenza sul roaming da rete mobile.

57 interlocutori appartenenti a 6 gruppi di MNO e ai principali operatori del mondo hanno risposto alle domande, portando il campione di questa ricerca ad un totale di 131 operatori in 94 Paesi, corrispondenti a 2,7 miliardi di utenti attivi globalmente.

Gli MNO hanno spiegato quali metodi preventivi hanno implementato e indicato il loro tasso di successo nel riportare i clienti allo stato attivo. La ricerca era finalizzata a comprendere l’impatto delle bollette di roaming dai costi elevati e a stabilire il loro effetto sul comportamento degli utenti, definiti “silent roamers”, ovvero utenti di roaming inattivi che in occasione di viaggi scelgono di non utilizzare il servizio di connessione dati. La collaborazione tra ROCCO e UROS ha portato alla redazione di una fotografia dettagliata della situazione: in che modo ha luogo l’effetto “shock da bolletta”, quanti operatori ne sono interessati e in che modo intendono prevenire le occorrenze in futuro.

“Avendo noi proposto per primi questa ricerca unica nel suo genere, sono soddisfatto di aver constatato che l’adesione da parte degli operatori è stata così importante”, afferma Gerrit Jan Konijnenberg, CEO di UROS. Commentando i risultati, Konijnenberg aggiunge: “Il dato evidente che emerge è che i silent roamers continuano ad aumentare. Sfortunatamente, questo significa miliardi di dollari di potenziali entrate perse da parte dell’industria delle telecomunicazioni. Grazie ai nostri dispositivi IoT siamo in grado di supportare gli operatori che desiderano offrire pacchetti di dati per il roaming a basso costo, e che fino ad ora non sapevano come fare”.

Se da un lato alcuni MNO indicano che il 90% dei loro utenti roaming sono in realtà silent roamers, la percentuale di questi ultimi è salita da una media del 58% nel 2015 al 61% nel 2016, evidenziando un aumento degli utenti di roaming preoccupati dell’utilizzo di dati all’estero.

“Anche se l’Europa rappresenta solo il 28% del campione degli operatori di reti mobili, è interessante notare come il fenomeno dei silent roamers sia quanto mai attuale, nonostante il price cap abbia raggiunto livelli molto bassi”, sottolinea Jason Bryan, CEO di ROCCO. “Sarà interessante vedere cosa succederà a giugno 2017 con l’abolizione del roaming. Chiaramente occorre uno sforzo maggiore da parte dell’intero settore, dagli operatori ai produttori di dispositivi fino ai singoli utenti, per comprendere a fondo la questione”.

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