Secondo la nuova ricerca di YouGov e Red Hat, condotta su un campione di 3.000 adulti italiani, da marzo 2020 il 70% degli intervistati si è dedicato all’acquisizione di nuove competenze e ad oggi può affermare di aver imparato qualcosa di nuovo.
Un nuovo studio di YouGov e Kantar Sifo commissionato da Red Hat, il principale fornitore mondiale di soluzioni software open source per le imprese, ha intervistato 3.000 adulti italiani su un totale di 30.000 rispondenti a livello europeo, mettendo in evidenza come quasi tre quarti (70%) degli intervistati in Italia abbiano scelto di intraprendere nuovi hobby e competenze a partire da marzo 2020, mese che ha segnato l’inizio del lockdown nazionale.
I risultati, in generale, indicano il desiderio di spendere il proprio tempo in maniera costruttiva, con obiettivi che spaziano dalla crescita professionale alla riqualificazione al semplice divertimento con attività che si estendono dall’apprendere una nuova lingua fino al graphic design.
Alcuni dati, tuttavia, emergono con chiarezza. Ecco cinque tendenze principali.
- Attività pratiche
Le 3 competenze maggiormente intraprese dagli intervistati comportano tutte attività altamente pratiche, che coinvolgono il corpo, la manualità e i sensi.
Al primo posto troviamo quelle culinarie, a cui ben il 32% dei rispondenti al sondaggio ha affermato di essersi dedicato, mentre al secondo, a parimerito, si collocano i lavori manuali (ad esempio lavorare a maglia, dipingere, disegnare, ecc.), prescelto dal 21%, e l’allenamento fisico guidato da nuovi obiettivi professionali (diventare un personal trainer, un istruttore di Yoga), favorito sempre da un 21%.
- La patria della cucina
La cucina regna sovrana negli hobby, coinvolgendo persone di ogni età e categoria lavorativa e sesso (il 28% del genere maschile, contro il 35% femminile).
C’è tuttavia chi vi si è dedicato più di altri: il 36% degli adulti nella fascia 35-44, e ben il 45% degli intervistati che operano nei settori delle vendite e del marketing, con un tasso di adesione decisamente superiore a quello di altri comparti come il quello del settore legale e finanziario (27%).
L’area geografica più appassionata, invece? Le isole (38%), seguite dal Sud Italia.
- L’esercizio fisico non conosce settore
In un periodo di costrizione fisica, in tantissimi hanno riscoperto il piacere di allenarsi, anche con fini precisi al di là della forma.
Sia il 21% degli uomini che delle donne intervistate si è dedicato all’esercizio fisico, in primis i giovani della fascia 18-24 (39%), ma anche lavoratori di ogni settore, con al primo posto a parimerito gli addetti del settore dell’ospitalità e dei viaggi e al settore legale e finanziario 28%).
I più disinteressati, al contrario, si rivelano gli ingegneri (20%).
- Lavoro: un’inesauribile fonte di motivazione
Quando è stato chiesto quali fossero le motivazioni che li spingessero a coltivare nuovi hobby e competenze quasi la metà (45%) degli intervistati ha addotto almeno un motivo legati al proprio status lavorativo: per iniziare una nuova carriera (16%) o avanzare in quella attuale (20%), imparare una nuova abilità per un lavoro futuro (36%), o per la paura di perdere quello che si ha già (9%).
In questo campo, il settore che ha dovuto reinventarsi di più è quello dell’ospitalità e dei viaggi, in cui il 52% degli intervistati appartenenti si è dedicato a una nuova skill pensando al futuro, mentre quelli maggiormente interessati a coltivare competenze impiegabili nella propria posizione odierna provengono dal ramo ingegneristico (38%).
Spicca inoltre il caso del coding, a cui l’8% degli adulti italiani intervistati ha scelto di dedicarsi, più di due terzi dei quali (70%) con l’obiettivo di riqualificarsi per una nuova mansione o carriera.
- L’importanza della salute fisica e mentale
Non è solo il lavoro a spingere gli intervistati verso nuove esperienze.
In una situazione psicologicamente delicata come quella pandemica, ben il 49% dichiara di aver intrapreso un hobby a supporto della propria salute fisica e mentale, con una leggera maggioranza femminile (54%).
Ad essere maggiormente bisognosi, in questo senso, si rivelano coloro che hanno combattuto più strenuamente contro la pandemia: i professionisti del settore sanitario e ospedialiero, che per il 61% citano l’importanza di questo fattore.