Dal 20 maggio #mongey è disponibile gratuitamente per il download, su Google Play e App Store. L’applicazione consente di condividere le esperienze dirette che ciascuno di noi ha fatto con un’altra persona; una vera e propria #socialrevolution, in cui si promuovono un utilizzo consapevole della tecnologia, e una comunicazione rispettosa e civile sul web.
La tecnologia fa sempre più parte delle nostre vite a tal punto da sovrapporsi e camminare a braccetto con il mondo reale, determinando dei veri e propri cambiamenti nel nostro modo di pensare e sentire, di costruirci un’identità e di relazionarci con gli altri.
Internet ed i social network, però, possono diventare un’illusione che poco hanno a che fare con la realtà (si pensi per es. alle fake news che si diffondono in rete o ad Instagram e alle sue foto “patinate”).
E’ questa riflessione che ha portato gli ideatori dell’app a sostenere che fosse possibile “fare la differenza” anche sul digitale, semplicemente riportando a galla elementi come autenticità, verità e sincerità.
Mongey, quindi, nasce per esplorare le possibilità di utilizzo e di sviluppo che le nuove tecnologie possono portare all’interno delle relazioni umane, relazioni fondate però sulla conoscenza, sul rispetto e sulla valorizzazione dell’individuo, all’interno dei contesti relazionali, sociali e professionali.
Il social non si limita però a metter in comunicazione le persone ma cerca di essere di aiuto affiancando vecchie e nuove generazioni nella gestione di tali cambiamenti, educando e promuovendo ad un uso rispettoso e civile della comunicazione sul web.
L’app, infatti, si propone come uno strumento per creare nuovi modi di relazionarsi tra esseri umani, che non esclude però la conoscenza reciproca nel mondo reale, anzi, la amplifica, elevando il rapporto di amicizia come lo status di maggior autorevolezza per raccontare un’esperienza vissuta con l’altra persona.
L’applicazione consente diverse funzionalità, tra le principali:
- descrivere un’esperienza vissuta in prima persona con un’altra;
- cercare informazioni su qualcuno;
- monitorare i dati del proprio profilo;
- gestire i propri contatti creando delle cerchie;
- usare le recensioni ricevute da altre persone in ambito lavorativo come biglietto da visita;
- creare dei sondaggi tra i contatti;
- giocare durante gli “Special Day”;
- comunicare direttamente con un altro iscritto tramite il “one2one”.
E’ ovvio che, uno strumento come Mongey, secondo l’uso che ne verrà fatto, potrà rivelarsi estremamente utile, ma anche altrettanto rischioso, se non gestito con sufficiente consapevolezza.
Le conversazioni sono l’essenza della nostra società, rappresentano il modo in cui ci scambiamo le idee e condividiamo esperienze. Attraverso le conversazioni definiamo noi stessi, i ruoli, l’amicizia e l’amore.
Ma il lato oscuro del web, legato al cyberbullismo e agli hater, è sempre dietro l’angolo, e Mongey lo sa bene! Per questo ha studiato degli accorgimenti per gestire i due fenomeni:
- presenza di moderatori all’interno dell’app;
- il “metterci la faccia” di Mongey (racconti delle esperienze riconducibili a chi le ha scritte);
- funzionalità di “anonimato controllato” (con limitazioni di tempo e in contesti specifici che consentirà la piattaforma);
- “Decalogo Orange” non solo delle regole di buona condotta sul social, ma un vero e proprio decalogo di vita digitale!
- “Progetto scuole”, per educare le nuove generazioni ad un uso consapevole degli strumenti digitali e dei nuovi linguaggi ad essi collegati.
Se è vero che oggi siamo ciò che condividiamo, allora Mongey vuole riconoscere alle persone il loro reale valore e portarlo a galla, mentre non vuole rendersi complice di amplificare tutto ciò che nel web è finzione o mera illusione.
“Mongey cambierà il mondo delle relazioni sociali così come lo conosciamo ora“, dichiara la società nel chiudere la nota stampa di lancio.