USA 2020: e se fossero i falsi meme a decidere chi vince?

di Redazione TecnoGazzetta

Gli esperti di sicurezza informatica di Check Point Software mettono in guardia gli utenti da meme ingannevoli che possono rivendicare false vittorie o interferenze straniere durante l’election day degli Stati Uniti. Gli hacker, infatti, possono sfruttare la “battaglia dei meme” su internet per influenzare i risultati delle lezioni americane in corso ora.

Dopo aver defacciato il sito web della campagna elettorale del presidente Trump, gli hacker ora sono in prima linea in quella che gli esperti chiamano Meme Warfare (“battaglia dei meme”) che vede proprio nel defacing dei siti politici una delle principali tattiche. Anche se il sito web di Trump non è stato danneggiato un meme particolare, Check Point avverte che questi messaggi-meme facilmente condivisibili e potenzialmente virali possono indurre gli elettori a credere a falsi risultati.

Cos’è la Meme Warfare?

La battaglia dei meme è un termine che si riferisce all’uso dei meme come vere e proprie armi da guerra dell’informazione. L’obiettivo primario è quello di influenzare in modo ingannevole e di plasmare l’opinione pubblica. Questi strumenti potenzialmente virali hanno consentito alla gente un nuovo modo di condividere le proprie opinioni, ma hanno anche permesso agli aggressori di cominciare un’era dell’inganno su scala di massa. Gli utenti e gli elettori dovrebbero essere prudenti sulle possibili conseguenze causate dai meme manipolatori.

Le conseguenze

In occasione delle elezioni USA 2020, Check Point avverte su due possibili conseguenze dovute dalla battaglia dei meme:

  1. Falsa vittoria. Esistenza di meme che indicano per certa la vittoria di un candidato in uno stato specifico o addirittura delle elezioni, quando in realtà non è ancora arrivato il risultato definitivo. Informazioni errate come questa, nel giorno delle elezioni o in quelli immediatamente precedenti, possono dissuadere gli elettori dall’andare alle urne o influenzarne il comportamento, se vengono a sapere che un certo candidato è sicuro di vincere.
  2. Falsi di intromissioni straniere. Ad esempio, meme su Paesi esteri che hanno interferito nel giorno delle elezioni, quando in realtà non è vero. Il risultato finale sarebbe in dubbio e si alimenterebbero diatribe sul risultato elettorale. Ad esempio se è vero che Facebook ha detto di aver smantellato una piccola rete di falsi account e pagine legate al governo iraniano, è anche vero però che in realtà la stessa Facebook ha dichiarato che molti attori stranieri gonfiano esageratamente le loro capacità di influenzare le elezioni americane; purtroppo un metodo altrettanto valido per influenzarle, seminando il dubbio tra i cittadini ed elettori.

Oded Vanunu, Head of Products Vulnerability di Check Point : “Non stupitevi se il prossimo sito web politico o governativo verrà contaminato con un meme. I meme sono la forma moderna di propaganda. Gli hacker li amano per il loro coefficiente virale: veloci, replicabili e contagiosi. Fino ad ora, la Meme Warfare ha plasmato il nostro modo di considerare i due candidati. Il giorno delle elezioni, questa battaglia ha un potenziale enorme e può far deviare il risultato. Per esempio, gli elettori possono essere manipolati a pensare che un certo candidato abbia vinto, mentre in realtà non è così, oppure possono esserci false affermazioni di interferenze straniere, che metterebbero in dubbio l’integrità del processo elettorale. Raccomando vivamente a tutti gli utenti e gli elettori di non abbassare la guardia.”

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