Secondo il Digital Transformation Index – studio realizzato da eToro ed il CEBR – siamo una delle nazioni che sta reagendo meglio alla trasformazione digitale accelerata dalla pandemia. Maneggiamo con disinvoltura app di tutti i tipi, ma il 36% degli italiani vuole la tecnologia fuori dal luogo di lavoro. Si tratta della percentuale più alta tra i nove paesi analizzati.
È un dato assodato: gli italiani sono tra i più interessati alle nuove tecnologie. E ne fanno un grande uso nella vita di tutti i giorni. Una delle ultime conferme arriva dall’app IO, utilizzata per il cashback, che è stata scaricata da quasi 9 milioni di italiani. Ma, sorprendentemente, seppure la tecnologia sia al centro della vita di moltissimi nostri connazionali, permane una certa diffidenza nel poi applicare tali strumenti in alcuni aspetti delle attività quotidiane. Una su tutti, il lavoro.
Prove a sostegno di questo arrivano da un’indagine del CEBR (Centre for Economics and Business Research) sulla trasformazione digitale in Europa, commissionata da eToro – portale di investimento multi-asset con oltre 19 milioni di utenti iscritti – per comprendere gli impatti che le tecnologie digitali hanno attualmente su una serie di Paesi europei e la loro capacità di implementazione futura e adozione. Il risultato di questa indagine – che ha coinvolto un campione di 18.000 persone – è il “Digital Transformation Index”, che getta una nuova luce sui livelli di penetrazione digitale e sulla crescita potenziale in tutta Europa. L’Indice classifica nove Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Regno Unito).
Ma qual è il rapporto tra italiani e tecnologia?
Come stanno vivendo questa trasformazione digitale che, anche a causa della pandemia, è stata interessata da una forte accelerazione?
Iniziamo con il sottolineare che gli italiani amano la tecnologia: alla domanda “ti senti a tuo agio con il diffondersi delle tecnologie digitali nel tuo Paese?”, il 22% degli intervistati ha dichiarato di essere “fortemente d’accordo” con questo pensiero, quindi molto a proprio agio. Una percentuale inferiore solo a Romania (26%) e Polonia (23%), ma più alta rispetto a Regno Unito (12%), Germania (16%) e Francia (17%).
Gli italiani, inoltre, dichiarano di sapere usare bene un considerevole numero di tecnologie digitali, sia quelle che ci semplificano la vita di tutti i giorni ma anche quelle più avanzate. Per fare qualche esempio, i concittadini che si dichiarano capaci di fare shopping online senza problemi sono il 94%, mentre per quanto riguarda l’utilizzo dell’online banking e delle app di pagamento le percentuali degli italiani abili e smaliziati, pur abbassandosi rispettivamente all’84% e al 73%, restano ugualmente significative, soprattutto in relazione agli altri Paesi europei. Ad esempio, infatti, solo il 44% dei tedeschi dichiara di sapere usare bene app di pagamenti digitali.
C’è un punto, però, sul quale gli italiani, più di qualsiasi altra nazione europea, si dimostrano refrattari alla tecnologia: quando viene collegata al lavoro. Secondo quanto messo in luce dal CEBR, il 36% resisterebbe all’espansione della tecnologia sul luogo di lavoro: si tratta della percentuale più alta tra tutte le nazioni analizzate.
L’avversione alla tecnologia sul lavoro, infatti, interessa solo il 24% degli inglesi, il 23% dei tedeschi, il 20% degli olandesi e il 17% dei danesi. Solo la Francia, con il 33%, si avvicina al sentimento nazionale sul matrimonio tecnologia/lavoro.