A seguito di un sondaggio che esplora il fenomeno del sexting, LELO propone l’inserimento ufficiale del primo #sexemoji al mondo, e chiede al pubblico di sostenerlo
Come promotore di una nuova narrativa sul sesso più aperta, libera da tabù e stereotipi, LELO, leader del settore dei sex toys, lancia una nuova sfida al mondo della comunicazione digitale, proponendo di arricchire la tastiera dei nostri smart phone ampliando le emoji disponibili per il sexting. LELO incoraggia così anche i più timidi ad esprimere se stessi, e le proprie fantasie, condividendole senza timori. In un mondo sempre più connesso e digitalizzato, la comunicazione quotidiana passa inevitabilmente dalla tastiera del telefono, all’interno della quale le emoticon rappresentano un universo giocoso, ricco di allusioni e significati, attraverso cui è possibile trattare temi anche complessi, andando oltre la parola. Eppure, quando si parla di sesso, non esiste nessuna “library” dedicata. Bisogna usare dei sostituti: dalla frutta, a immagini meno ovvie come quelle del gallo o della conchiglia.
Al fine di arricchire questo fantastico linguaggio fatto di simboli e metafore, LELO propone oggi il primo #sexemoji ufficiale a Unicode, l’organizzazione che gestisce e codifica le emoji. Poiché le emoji sono parte integrante del modo in cui le persone si connettono, la creazione di un simbolo dedicato potrà inaugurare una nuova era di comunicazione sul sesso, spezzando ulteriormente lo stigma che circonda il discorso sul sesso online e aiutando ancora più persone a raggiungere la propria soddisfazione nella vita sessuale. Al contempo, LELO, lancia una petizione su change.org dove chiede al pubblico di sostenere la causa.
Normalizzare la comunicazione
Le emoticon rappresentano oggi un linguaggio universale, capace di comunicare con tutti, a prescindere dalla provenienza geografica, dall’educazione o estrazione sociale. Secondo gli ultimi sondaggi di LELO, oggi esistono più di 3,1mila emoji diversi, ed entro la fine del 2021 il numero salirà a 3,3mila. Ogni giorno su Facebook vengono utilizzati cinque miliardi di emoji, mentre la cifra totale sale a dieci miliardi se si considerano anche le altre piattaforme. Il simbolo più popolare a livello globale è sicuramente la faccina che piange a gran voce(*), mentre per noi italiani al primo posto spicca la faccina che ride (45%). Oltre il 95% degli utenti della rete, dichiara di utilizzare quotidianamente le emoji nelle proprie comunicazioni. Il 42% degli italiani dichiara di utilizzarli in quanto facilitatori, nella comunicazione di tutti i giorni. La popolarità delle emoji è tale che vengono utilizzate anche al di fuori dei loro significati originali associati a simboli particolari per alludere a tematiche che non hanno ancora ricevuto una loro rappresentazione visiva specifica.
LELO ha esaminato le abitudini di comunicazione delle persone, con particolare attenzione al sexting.
Un sondaggio che ha incluso un campione di diecimila persone, ha rivelato che le emoji sono diventate parte essenziale delle nostre conversazioni quotidiane, soprattutto legate al sesso:
- Il 77% degli intervistati afferma di utilizzare gli emoji quando parla di sesso (in linea con la media globale del 76%)
- Oltre la metà del campione dichiara di usare gli emoji regolarmente; il 49% degli italiani usa di frequente le emoticon per parlare di sesso, poiché ritengono che renda la conversazione più facile e divertente. Il 24% dichiara (addirittura) che usare le emoji aiuti loro a fare più sesso, solo il 13% dichiara invece di non usare mai questo tipo di linguaggio (vs il 17% degli intervistati globali)
- Gli emoji usati per il sexting sono famosi per i loro doppi sensi, i più popolari sono le goccioline d’acqua, la pesca e la banana. Mentre in Italia i simboli più utilizzati sono le goccioline, le dita e le ciliegie. Esistono anche esilaranti e creative combinazioni di icone, che le persone usano per parlare di sesso, tra queste ad esempio ci sono simboli come il peperoncino
- Alla domanda su quanto è probabile che sostengano la creazione di un nuovo emoji sul sesso, l’86% delle persone ha risposto che sarebbe felice di supportare la proposta di LELO, mentre il 54% (48% se si considera solo il campione italiano) concorda sul fatto che accanto ad una generica emoji sessuale, dovrebbe esserci anche un’emoji che comunichi l’importanza di fare sesso sicuro e una dedicata ai sex toys.
- Per quanto riguarda il design, l’opinione prevalente è che l’emoji dedicata al sesso dovrebbe essere allusiva: il 29% degli intervistati crede che dovrebbe essere esplicita, mentre l’8% ritiene debba essere più astratta.
Poiché la comunicazione oggi si basa principalmente sulla messaggeria istantanea, gli emoji vengono utilizzati per abbreviare il modo in cui comunichiamo attraverso i nostri dispositivi. Proprio come l’avvento degli emoji all’inizio del decennio, le sfide del 2020 hanno inaugurato un cambiamento fondamentale nella vita delle persone. Con la pandemia che ci ha costretti in casa, le attività quotidiane delle persone si sono trasferite online, questo fenomeno ha toccato anche le relazioni. “Il lockdown ha normalizzato il discorso sul piacere sessuale nei media mainstream ” – afferma Luka Matutinović, CMO di LELO.
“La capacità di normalizzare il discorso sulla sessualità, attraverso ogni mezzo di comunicazione, è essenziale quando si parla di benessere personale. Ciò ha spinto LELO a presentare una domanda a Unicode per creare la prima emoji sessuale ufficiale. Più di prima, oggi il sesso è un argomento di conversazione sdoganato per i media, pertanto pensiamo sia arrivato il momento di avere un emoji dedicata al tema. E come leader del settore, ci siamo presi la responsabilità di guidare questa rivoluzione. D’altronde il cambiamento culturale passa per il linguaggio, e la creazione di questa emoji rappresenta per noi un modo per guidare l’opinione pubblica verso la libera di espressione sessuale, su tutti i canali, senza timore di censura. Avere sulla tastiera un’icona che raffigura il sesso, il sesso sicuro e persino i sex toys, sarà quindi la prossima pietra miliare per rendere più libera e articolata la narrativa contemporanea sul sesso” aggiunge Matutinović.