Le Forze dell’Ordine faranno fatica a infiltrarsi nel Darkverse, che potrebbe diventare il nuovo luogo di riferimento per lo svolgimento di attività criminali
Il metaverso potrebbe dare un nuovo impulso al cybercrime. L’allarme è di Trend Micro, leader globale di cybersecurity, che ha pubblicato un nuovo studio, dal titolo “Metaverse or MetaWorse? Cyber Security Threats Against the Internet of Experiences“.
Queste le prime cinque minacce del metaverso evidenziate:
- I NFT saranno colpiti da phishing, richieste di riscatto, frodi o altri attacchi e saranno sempre più presi di mira man mano che diventeranno un importante asset del metaverso per la regolamentazione della proprietà
- Il Darkverse diventerà il luogo di riferimento per lo svolgimento di attività illegali/criminali perché sarà difficile per le Forze dell’Ordine rintracciare, monitorare o infiltrarsi al suo interno
- Il riciclaggio di denaro tramite l’utilizzo nel metaverso di immobili e NFT sovrastimati fornirà un nuovo canale ai criminali
- L’ingegneria sociale, la propaganda e le fake news avranno un impatto profondo in un mondo cyber-fisico. Fatti di cronaca o narrazioni influenti saranno impiegati da criminali o altre entità per prendere di mira i gruppi sensibili a determinati argomenti
- La privacy verrà ridefinita, poiché gli operatori di spazi simili al metaverso avranno una visibilità senza precedenti sulle azioni degli utenti. Non esisterà più una privacy come la conosciamo
“Il metaverso è una visione hi-tech multimiliardaria che definirà la prossima era di Internet. Sebbene non sappiamo esattamente come si svilupperà, dobbiamo iniziare a pensare ora a come verrà sfruttato dai cybercriminali”. Ha affermato Gastone Nencini, Country Manager di Trend Micro Italia. “Dati i costi elevati e le sfide giurisdizionali, le Forze dell’Ordine faranno in generale fatica a sorvegliare il metaverso nei primi anni. Dobbiamo intervenire ora, altrimenti si rischia che un nuovo selvaggio West si sviluppi nel nostro mondo digitale”.
Come immaginato da Trend Micro, il Darkverse assomiglierà a una versione “metaverso” del dark web, e consentirà ai cybercriminali di coordinare e svolgere attività illegali impunemente. Sarebbe impossibile per la polizia infiltrarsi nei mercati underground che operano nel Darkverse senza i token di autenticazione corretti, e poiché gli utenti possono accedere solo se si trovano all’interno di un luogo fisico designato, c’è un ulteriore livello di protezione per le comunità criminali chiuse. Questo potrebbe fornire la copertura adatta per lo sviluppo di molteplici minacce, dalle frodi finanziarie alle truffe e-commerce, passando per il furto di NFT, ransomware e altro ancora. La natura cyber-fisica del metaverso aprirà anche nuove porte ai cybercriminali, che potrebbero cercare di compromettere gli spazi gestiti dagli operatori di infrastrutture critiche con l’obiettivo di compiere sabotaggi o estorsioni di sistemi industriali. Oppure potrebbero attaccare con malware le tute degli utenti per causare danni fisici. “L’assalto agli avatar” è già stato segnalato in diverse occasioni. Un metaverso a tutti gli effetti è ancora lontano alcuni anni, ma gli spazi simili al metaverso saranno attuali molto prima. Lo studio di Trend Micro vuole avviare un dialogo su quali minacce informatiche aspettarsi e come potrebbero essere mitigate.
Alcuni punti chiave dai quali partire:
- Come saranno moderate le attività degli utenti e il parlato nel metaverso? E chi saranno i responsabili?
- Come verranno controllate e applicate le violazioni del diritto d’autore?
- Come faranno gli utenti a sapere se stanno interagendo con una persona reale o un bot? Ci sarà un test di Turing per differenziare l’IA dagli esseri umani?
- C’è un modo per salvaguardare la privacy impedendo che il metaverso venga dominato da poche grandi aziende tecnologiche?
- In che modo le Forze dell’Ordine possono superare gli elevati costi dell’intercettazione dei crimini del metaverso su vasta scala e risolvere i problemi relativi alla giurisdizione?