Gestione smart dei controlli e migliori performance nell’attività quotidiana a tutela della sicurezza dei viaggiatori sono alcuni dei benefici riscontrati da 250 operatori della Polfer dotati dello smartphone.Premesse
Circa sei anni fa la Polizia Ferroviaria (Polfer), specialità della Polizia di Stato, ha intrapreso un’operazione strategica di ammodernamento del settore IT e TLC, spinta dall’esigenza di portare l’innovazione a più livelli, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche da quello prettamente operativo. Il primo passo è stato dotare gli operatori, impiegati in stazione e sui treni, di strumenti in grado di facilitare concretamente il loro lavoro ed il raggiungimento dell’obiettivo di una maggiore sicurezza dei cittadini.
Come ha spiegato Emanuele Vittore, Direttore Tecnico Principale della Polizia di Stato: “Abbiamo sentito l’esigenza di portare il processo d’innovazione tecnologica, già in atto da alcuni anni, anche al personale della Polizia ferroviaria che opera a bordo dei treni e nelle stazioni”. Uno dei principali compiti della Polizia Ferroviaria è il controllo dei viaggiatori e dei soggetti che transitano nelle stazioni. Se pochi anni fa erano gli operatori a svolgere personalmente, e direttamente a bordo dei treni, tali funzioni di controllo – tramite telefonate alla centrale operativa e con un enorme dispendio di tempo – oggi, in seguito al profondo ammodernamento, il processo è stato automatizzato, con notevole beneficio in termini di aumento dei controlli.
Il progetto di innovazione
Spiega Emanuele Vittore: “Ciò che abbiamo cercato di fare è stato prima di tutto avviare uno studio interno, atto ad individuare le tecnologie che potessero aiutare davvero gli operatori a svolgere le proprie funzioni essenziali, ossia principalmente strumenti che fossero semplici da utilizzare, funzionali e funzionanti. Abbiamo quindi indetto una gara alla ricerca di dispositivi che fossero per gli agenti comodi da trasportare ed indossare, così da subito abbiamo rivolto l’attenzione agli smartphone rugged. Nella fase di studio effettuato per determinare le caratteristiche tecniche dei dispositivi è stato analizzato il mercato degli smartphone; ci si è imbattuti nel Cat S60, di cui ci ha particolarmente colpito la termocamera. Abbiamo quindi selezionato, da quel punto in poi, solo dispositivi che fossero dotati di questa tecnologia, per noi utilissima soprattutto durante le azioni notturne, all’interno degli scompartimenti dei treni o nel corso di appostamenti. Il Cat S60 ha superato tutte le fasi di gara e quindi ci ha permesso di dotare gli agenti di un dispositivo unico in grado di fare molte cose: la possibilità di installare due SIM, una per i dati ed un’altra per le comunicazioni in ambito ferroviario (GSM-Railway); buone performance hardware, che garantiscono rapidità ed efficienza nell’utilizzo delle APP; il sistema operativo Android, che ha permesso la compatibilità con gli applicativi già in uso nella Polizia di Stato; la resistenza alle cadute ripetute, rischio molto alto se pensiamo all’utilizzo su terreni impervi e sconnessi e sugli stessi treni in movimento.
In occasione del G7 di Taormina la Polizia Ferroviaria della Sicilia ha utilizzato per prima i Cat S60. Oggi sono ben 400 gli smartphone professionali in dotazione delle pattuglie dislocate in tutto il territorio italiano e, di questi, 250 sono Cat S60, che in più, rispetto agli altri, integrano la termocamera.
Dal punto di vista tecnico, fin dalla prima implementazione si è sentita l’esigenza cruciale di dotare gli smartphone di applicativi che consentissero una connessione diretta tra gli agenti sui Treni o nelle Stazioni e la Sala Operativa compartimentale. Abbiamo quindi realizzato nuove app per Android che permettono a ciascuno dei 15 Compartimenti di localizzare con esattezza, in qualunque momento, ogni singola pattuglia nelle stazioni o sui treni di tutta la rete ferroviaria italiana”.
Tra gli applicativi di back-end, nella prima fase di implementazione la Polizia di Stato ha selezionato la localizzazione, che oggi permette alla sala operativa la gestione in tempo reale degli interventi e dei controlli e soprattutto di “accompagnare” e non lasciare mai soli, nessuna pattuglia viaggiante, alle prese con un controllo di persone o merci sospette. Aggiunge Emanuele Vittore: “Abbiamo letteralmente avvicinato la pattuglia all’operatore della sala operativa, su qualunque treno si trovi a viaggiare, e questo ha un valore aggiunto enorme”.
Tra le app integrate negli smartphone in dotazione, una, fondamentale, permette l’invio di immagini multimediali alla sala operativa o, viceversa, da questa a tutte le pattuglie. Commenta Vittore: “Dettaglio non banale, perché la Polizia non può utilizzare strumenti consumer. Si tratta in pratica del “nostro” WhatsApp istituzionale”.
Sono stati, inoltre, creati software che permettono di utilizzare al meglio il tasto SOS incorporato; app che permettono di interrogare le banche date delle Forze di Polizia per i controlli di persone e di veicoli, app per le merci pericolose, efficace nel supportare l’operatore nel momento in cui necessita di ricevere le informazioni primarie su merci che transitano su un treno merci oggetto di controllo, etc.
Continua Vittore: “Noi applichiamo il metodo customer satisfaction – ossia tendiamo a verificare se abbiamo fornito all’operatore un sistema che lo soddisfi davvero e curiamo tutti gli aspetti, per poter migliorare costantemente l’esperienza utente, a vantaggio della mission dell’Istituzione che rappresentiamo. L’app se vogliamo più importante di cui abbiamo dotato i Cat ad oggi è quella che permette il controllo dei viaggiatori tramite l’acquisizione dei documenti identità. Essa ci sta dando da tempo molte soddisfazioni, in quanto permette un controllo davvero smart, proprio come dice il suo nome (Smart SDI 2.0 – che sta per “sistema di indagine”). L’App sfrutta la fotocamera dello smartphone per l’acquisizione dei dati ed il protocollo NFC per la trasmissione degli stessi alla sala operativa, ai fini dell’espletamento dei controlli”.
Una versione avanzata, implementata più recentemente, ha permesso una facilitazione nelle interfacce che consente agli agenti, senza alcuna necessità di formazione tecnica, di leggere i dati direttamente dai chip e di verificarne autonomamente la coerenza con quelli riportati sui documenti di identità scansionati. È stato lo stesso Vittore a progettare questa App, ad uso esclusivo della Polizia di Stato, che oggi permette ad ogni operatore che si trovi di fronte un soggetto pericoloso di verificarne in pochi secondi, tramite connessione diretta con il database della centrale operativa, l’identità in modo da procedere eventualmente con i provvedimenti del caso.
“Tramite Smart SDI 2.0 abbiamo rintracciato a Campobasso una persona ricercata dall’Interpol dal 2005. Ci sta dando davvero tante soddisfazioni: aumentata qualità dei controlli, maggior numero di arresti di persone ricercate e pericolose, quindi una maggiore sicurezza dei cittadini”.
Oggi sono 250 le pattuglie operanti su treni e stazioni italiane ad utilizzare con soddisfazione i Cat S60 nell’espletamento delle proprie funzioni di sicurezza e controllo di persone, mezzi e merci.
Riscontri positivi Interviene Barbara Caccia, Vice Questore della Polizia di Stato, spiegando: “Un dato molto significativo arriva dal riscontro positivo registrato negli ultimi due mesi, ossia da quando abbiamo integrato l’ultima versione dell’App che consente la lettura ottica dei documenti. Abbiamo registrato un’impennata nei controlli, passati dai 188mila registrati nel 2017, agli oltre 221mila di quest’anno (+17%). Aggiungo che il 2017 è stato per noi un anno record, avendo superato il milione di controlli; oggi, alla luce del dato bimestrale, viaggiamo su stime intorno al milione e 200mila. Per concludere con un dato altrettanto emblematico, dall’inizio dell’anno abbiamo già avuto ben 79 arresti per esecuzione di provvedimenti dell’A.G. inseriti in banca dati e ciò dimostra che queste moderne tecnologie mobili sono davvero in grado di supportare l’operatività della Polfer efficacemente”.
Se in passato i controlli venivano fatti tramite sala operativa o con l’inserimento manuale dei dati da parte dell’operatore con un impiego di un certo lasso di tempo ed alti margine di errore, ora grazie allo strumento della lettura ottica gli stessi margini, e i tempi di risposta da parte della banca dati, sono praticamente azzerati (si è passati da decine di minuti, in taluni casi, a pochi secondi) – “Questo è un dato essenziale se pensiamo che questo tipo di controlli riguarda persone che vanno generalmente di fretta. Nel contesto ferroviario in modo particolare è fondamentale che i controlli di sicurezza richiedano il minor lasso di tempo, pur mantenendo gli stessi livelli di accuratezza”.
E conclude Barbara Caccia: “La nostra esperienza con i Cat S60 può dirsi sicuramente soddisfacente. Abbiamo a che fare con strumenti fondamentali, ma che non possono prescindere dal contributo umano. È evidente che l’acume, l’attenzione, la scrupolosità dell’operatore, ossia dell’utilizzatore del device a scopo di sicurezza pubblica, sono fattori fondamentali ed imprescindibili, per rendere gli strumenti tecnologici davvero efficaci”.