Realtà aumentata e intelligenza artificiale: ecco Livemote, l’app del futuro pensata per fornire alle imprese l’assistenza a distanza.
Il progetto nato nella Silicon Valley da un’idea tutta italiana– in assoluta controtendenza, torna “a casa” per debuttare e crescere nella sua “patria d’origine”.
Una bella storia che racconta di una giovanissima startup aretina formata da un team di 12 persone con grande esperienza tecnologica che immagina, realizza e sviluppa, un’applicazione in grado di risolvere velocemente e con efficacia interventi di manutenzione e assistenza remota.
“Move your expertise, not your experts” è il claim che presenta Livemote, ideata proprio per facilitare il trasferimento di conoscenza e mettere in comunicazione gli esperti con competenze avanzate e chi si trova ad affrontare il problema in prima persona.
Gli interventi di manutenzione e riparazione rappresentano una delle criticità più rilevanti per l’industria con cali di produttività che superano il 20% e si concretizzano in un costo annuo di oltre 50 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti. Le aziende sono spesso costrette a limitare la propria espansione commerciale a causa dell’impossibilità di poter offrire supporto nelle sedi più remote. Con l’avanzamento tecnologico è aumentata anche la complessità dei macchinari e le operazioni di supporto richiedono l’intervento di risorse sempre più specializzate. Ma i manutentori esperti sono merce rara e spesso sono costretti a spostarsi da un lato all’altro del mondo per rispondere alle richieste di intervento, prolungando i tempi di fermo-macchina e aumentando i costi per le imprese.
Gli strumenti attuali non sono più sufficienti e sono proprio gli operatori sul campo che iniziano ad utilizzare, spesso senza controllo da parte dell’azienda, sistemi di messaggistica personale (ad es. Whatsapp) o video streaming (es. Skype) nel tentativo di superare i limiti dell’assistenza telefonica. Scelte però incompatibili con le crescenti necessità di riservatezza e tracciabilità dell’intervento.
Da queste necessità nasce Livemote, un’app sicura e appositamente progettata per il field service, il cui punto di forza è l’utilizzo della realtà aumentata. Questa tecnologia consente all’operatore sul campo di ricevere dall’esperto, direttamente sul flusso video della fotocamera del proprio smartphone o tablet, indicazioni visive che vengono sovrapposte sull’apparecchiatura che richiede l’intervento, rimanendo ancorate come fossero reali. Tutti gli interventi effettuati tramite Livemote, sono archiviati e consultabili in ogni momento, in modo da costituire una knowledge base aziendale che tramite algoritmi di intelligenza artificiale suggerirà le modalità di intervento più appropriate.
“Il nostro team – dichiara Francesco Marcantoni, co-fondatore e CEO di Livemote – è una delle poche realtà sul mercato a poter vantare oltre 10 anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni di realtà aumentata e virtuale per i più grandi brand mondiali. Questa importante conoscenza della tecnologia ci ha permesso di attrarre da subito investimenti che ci hanno consentito il rilascio dell’applicazione in tempi rapidissimi, laddove molti dei nostri competitor sono ancora in stallo sulle attività di ricerca. La capacità di essere già oggi sul mercato con una soluzione “da scaffale” è probabilmente il motivo principale che ha convinto aziende di calibro internazionale ad implementare la nostra soluzione nei propri processi di assistenza”.
Intanto Bticino, capofila in Italia del Gruppo Legrand specialista globale delle infrastrutture elettriche e digitali dell’edificio, sta testando Livemote fin dalla prima release ottenendo da subito risultati tangibili in termini di aumento di efficienza nelle operazioni di manutenzione e supporto.
Livemote, già disponibile oggi sugli store Apple e Google, si presenta al mercato con un piano di espansione che prevede già nel 2019 paesi come Germania e Francia ed un’evoluzione della piattaforma anche con tecnologie wearable (smart-glasses) e blockchain (certificazione degli interventi). A pochi mesi dalla sua costituzione, il valore aziendale della startup italiana ha raggiunto gli 8 milioni di euro, anche grazie all’accelerazione ottenuta dal secondo round di investimento.