Una buona notizia per chi ama fare shopping online!
Dal 3 dicembre 2018 le restrizioni geografiche -come il reindirizzo automatico- non esistono più, grazie alle regole votate dal Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo ha lavorato affiché questo tipo di discriminazione avesse fine.
Cos’è il geo-blocking?
I blocchi geografici, o geo-blocking, sono restrizioni di diverso tipo che i siti di e-commerce applicano in base alla nazionalità, al luogo di residenza o di connessione dell’utente.
Ad esempio, una persona in Italia vuole comprare un capo di abbigliamento su un sito francese. Lo mette nel carrello, controlla di aver scelto la taglia e il colore giusti e clicca su “Procedi all’acquisto”. A quel punto sullo schermo appare il messaggio “la stiamo reindirizzando sulla pagina italiana del sito” e automaticamente appare la versione italiana del sito, in cui l’articolo scelto però non è disponibile. Questo è il re-indirizzo automatico ed è uno dei tanti modi in cui si manifestano i blocchi geografici, impedendo ai consumatori di scegliere i negozi online che preferiscono.
Questa discriminazione dei consumatori basata sul luogo può avere anche altre forme. Alcuni siti di e-commerce non accettano modalità di pagamento (ad esempio carte di credito) di un altro paese europeo, oppure, nei siti in cui esiste la registrazione, l’utente non riesce a registrarsi se ha un indirizzo in un altro paese UE.
Uno studio della Commissione europea ha analizzato migliaia di siti internet di e-commerce in tutta l’UE e ha scoperto che solo nel 37% dei casi gli utenti di un paese UE sono riusciti a completare gli acquisti su un sito di un altro paese UE. Nel resto dei casi gli utenti si sono trovati di fronte a qualche tipo di restrizione, chiamata appunto geo-blocking o blocco geografico.