Il sasso lanciato da Repubblica.it si è materializzato direttamente nei commenti sui social del noto quotidiano italiano.
Che il giorno dopo spiega: “Lo studio, che è stato pubblicato sulla celebre rivista scientifica peer-reviewed Science Advances, ha riscontrato che l’8,5% degli utenti analizzati ha rilanciato almeno una volta contenuti palesemente falsi. Ma il dato interessante arriva dalla distribuzione del comportamento nelle diverse fasce d’età: se appena il 3% degli iscritti tra i 18 e i 29 anni ha pubblicato una fake news, la percentuale arriva all’11% nel caso degli over 65, che doppiano in questa non lusinghiera statistica anche i frequentatori di Facebook con un’età compresa tra i 45 e i 65 anni. Dalla ricerca emerge inoltre che chi condivide un numero elevato di link è meno sensibile a condividerne di falsi.”
Ma soprattutto spiega che “le conclusioni dello studio non avanzano alcuna soluzione esaustiva, ma abbozzano due diversi approcci alla lettura dei dati: da una parte l’età avanzata potrebbe rendere questo tipo di utenza meno avvezza all’utilizzo del mezzo internet, dall’altra un grosso impedimento potrebb essere rappresentatp dal delcino cognitivo assocato all’invecchiamento.”