World Emoji Day: la guida di Babbel per navigare nel mondo delle emoji

di Enrico Cremonese

In occasione del World Emoji Day, Babbel svela alcuni dei significati più dibattuti e controversi di alcune tra le 1600 emoji categorizzate 

Le famose “faccine” sono sempre più frequenti nella comunicazione quotidiana. Vengono utilizzate per sottolineare la nota emotiva e definire il contesto di una comunicazione testuale online, la quale, in seguito alla crescita dell’uso dei social network, è tra i modi più utilizzati per mettersi in contatto con amici, famiglia o conoscenti.

Le emoji semplificano la comunicazione: sono immediate, universalmente comprese e abbattono le barriere linguistiche. Ciononostante, tra le 1600 emoji in codice Unicode Consortium, ne esistono alcune soggette a fraintendimento.

Per questo motivo, Babbel, la app che porta le tue abilità linguistiche ad un livello superior, in occasione del World Emoji Day, che si celebra il 17 luglio, vuole andare in soccorso a tutti gli internauti creando una vera e propria guida all’utilizzo delle emoji.

Una delle emoji più dibattute è quella della faccina sorridente capovolta. Potrebbe sembrare una semplice alternativa dello smile, ma nel suo utilizzo corretto, mostra un doppio significato, che si tratti di sarcasmo o di un eufemismo. 

L’emoji della faccina con la goccia dal naso ha un significato ben diverso da quello che si potrebbe pensare. Potrebbe trattarsi di un’immagine che rappresenta una faccia raffreddata, ma il suo vero significato arriva dal Giappone, dove è stata inventata: questa emoji esprime la noia.

L’emoji “leggermente sorridente” non è usata come segno di felicità in tutti i Paesi. In Cina, per esempio, implica sfiducia, incredulità o qualcuno che ti umilia. Può anche trasmettere un tono ironico di voce in altri contesti.

A sollevare dubbi non sono solo le faccine. In Oriente e Occidente, l’emoji del battito di mani ha due significati ben diversi: mostra elogi e congratulazioni nei paesi occidentali, mentre in Cina simboleggia fare l’amore.

Similmente, nei paesi occidentali, questa emoji molto utilizzata indica che tutto va bene. In Giappone, invece, è un gesto utilizzato come rappresentazione del denaro. E ancora, In Brasile e Turchia, il gesto “OK” è considerato un insulto, equivalente al dito medio.

Anche questa emoji sembra avere significati differenti a seconda del Paese in cui ci si trova. Per molti, simboleggia il rock o l’espressione “rock on”, ma come in Italia occorre prestare particolare attenzione all’utilizzo dell’emoji in Brasile, Grecia, Portogallo, Spagna, Colombia e Argentina, in quanto significa che il partner della persona che riceve il messaggio lo/la tradisce. La stessa emoji significa anche “ti amo” secondo la Lingua dei segni Americana.

Altre emoji richiedono una particolare attenzione nell’utilizzo. È il caso della melanzana ( ) della banana ( ) e della pesca ( ). Per quanto riguarda le prime due, sono spesso usate a sfondo sessuale. Mentre la pesca ultimamente viene utilizzata per rappresentare i glutei nelle foto fitness delle più sportive influencer. In realtà, la melanzana simboleggia la buona fortuna in Giappone.

L’emoji del fuoco ha molteplici significati: può rappresentare sia forza e orgoglio, sia qualcosa di “figo”, quindi è tendenzialmente considerata una emoji molto positiva. Ma può anche diventare il pittogramma di sexy.

L’emoji delle mani giunte è forse la più controversa. Qualche anno fa cominciò a diffondersi online la teoria secondo cui queste sarebbero mani che si danno il cinque.. Non è così: sono sempre state mani giunte, tanto che, nelle versioni più definite si vede che si tratta di mani che hanno i mignoli dalla stessa parte, cosa che non succede se ci si dà un cinque con la stessa mano. Le mani giunte sono utilizzate anche come una preghiera, un richiamo al “namaste” indiano, ma in realtà provengono da “per favore” o “grazie” nella cultura giapponese. Altre due interpretazioni comunemente errate sono le emoji giapponesi “persona che si inchina”, conosciuta come “dogeza” in Giappone, che viene utilizzata per esprimere una sincera scusa o un profondo favore, ma che molti hanno interpretato come “persona che fa flessioni”, “eccitato”, “persona carina”, “sdraiato per il massaggio”; e “Kin no unko” o “cacca d’oro”, un segno di buona fortuna e una delle emoji più popolari in Giappone, molto dibattuta nel mondo occidentale.

Contrariamente a quanto si ritiene comunemente, questa non è una donna che tiene una mano a mezz’aria per dire qualcosa con tono insolente, oppure toccandosi i capelli. In realtà rappresenta una donna – ma ne esiste anche una versione maschile – di un banco informazioni mentre fa un gesto come per dire: “come posso aiutarla?”. 

 

Contrariamente a quanto si ritiene comunemente, questa non è una donna che tiene una mano a mezz’aria per dire qualcosa con tono insolente, oppure toccandosi i capelli. In realtà rappresenta una donna – ma ne esiste anche una versione maschile – di un banco informazioni mentre fa un gesto come per dire: “come posso aiutarla?”.

Curiosità:

Quando si parla di emoji, occorre fare una precisazione: spesso si pensa che emoticon ed emoji siano sinonimi, ma in realtà sono strumenti diversi.

  • Il termine emoticon nasce dall’unione di emotion e icon. La data di nascita delle emoticon risale al 1982, quando l’informatico Scott Fahlman suggerì che nel sistema messaggistico della Carnegie Mellon University si sarebbero potuti usare : – ) e : – ( per distinguere le battute dalle affermazioni.
  • Le emoji, invece, sono state create tra il 1998 e il 1999 da una società di comunicazione giapponese, la NTT DoCoMo. L’etimologia della parola emoji arriva dall’unione di “e” (immagine), “mo” (scrittura), “ji” (carattere). Si tratta di immagini usate per sostituire le parole e raffigurare il significato dei vocaboli: esse vengono utilizzate in Giappone sin dalla fine degli anni ’90, quando furono inventate per rendere più allettanti le compagnie telefoniche agli occhi degli adolescenti.

Da una ricerca condotta da Swiftkey nel 2015, è emerso che:

  • Gli americani ottengono il punteggio più alto per varietà di emoji, tra cui teschi, torta di compleanno, fuoco, tecnologia, LGBT, carne e icone che raffigurano donne
  • Il Canada usa l’emoji “cacca sorridente” più di qualsiasi altro paese, così come le parti del corpo, il denaro, lo sport, le emoji volgari e le creature marine
  • In Francia l’emoji del cuore è utilizzata 4 volte più frequentemente che nelle altre lingue. Il cuore rosso è anche l’emoji preferita nei Paesi scandinavi e dell’Europa orientale
  • Gli arabi prediligono le emoji raffiguranti rose e fiori
  • L’Australia utilizza il doppio della quantità di emoji a tema alcolico e il 65% in più di emoji che simboleggiano droghe rispetto alla media, seconda solo al Portogallo. È anche al primo posto per cibo spazzatura e vacanze.
  • Infine, gli inglesi usano l’emoji ammiccante due volte in più rispetto alla media.

 

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