L’iniziativa, nata senza scopo di lucro, va a beneficio esclusivo del settore Ho.Re.Ca, e vuole offrire visibilità a tutti quei ristoranti sul territorio nazionale che fanno home delivery e take-away, raccogliendoli in un unico sito web. Il sito, attivo da pochi giorni, raccoglie già oggi oltre 700 ristoranti in tutta Italia e punta ad arrivare a 3.000 ristoranti entro fine anno La startup Soplaya è un mercato digitale che collega chef e ristoratori direttamente ai produttori; a luglio ha chiuso un round d’investimento da €3,5 milioni e non è nuova ad iniziative a supporto dei ristoratori colpiti dal lockdown
È online da pochi giorni AsportoeDomicilio.com, il sito web che raccoglie tutti i ristoranti che fanno servizi di home delivery e take-away, dando la possibilità ai ristoratori di avere una vetrina gratuita, e agli utenti di trovare quelli più vicini alla propria abitazione in pochi clic. È la nuova iniziativa della startup Soplaya a favore dei ristoratori colpiti dalle conseguenze della pandemia, specialmente in quelle zone d’Italia in cui è in corso un secondo lockdown.
Soplaya è un mercato digitale che collega chef e ristoratori direttamente ai produttori, fondato nel 2018 da Mauro Germani, Gian Carlo Cesarin, Ivan Litsvinenka e Davide Marchesi. A luglio 2020 la startup ha raccolto un round di investimento da 3,5 milioni, guidato dal gestore di Venture Capital P101 SGR in co-investimento con CDP Venture Capital SGR – Fondo Nazionale Innovazione. Il sito web non è la prima iniziativa della società a favore dei ristoratori colpiti dalle misure di contenimento del virus: già durante la prima ondata della pandemia, Soplaya si era impegnata attraverso lo sviluppo di un’offerta che comprendeva dilazioni di pagamento, sconti, possibilità di ordinare piccoli quantitativi molto frequentemente senza minimo d’ordine e consulenze gratuite.
Oggi, le nuove limitazioni imposte dal Governo per cercare di contenere i contagi hanno ripercussioni negative su molte attività, soprattutto sui ristoranti, il cui fatturato è già stato fortemente compromesso dal primo lockdown. Perdite che soltanto in piccola parte verranno risarcite dai contributi a fondo perduto messi a disposizione dallo Stato. Nell’attesa, molti Chef e Ristoratori non sono rimasti con le mani in mano, ma hanno potenziato i propri servizi di take-away e home delivery, per generare un flusso di cassa che possa sostenere l’attività anche in questi mesi difficili. Però, gli aggregatori esistenti che permettono ai ristoratori di dare visibilità a questi servizi comportano spesso dei costi elevati e non supportano l’asporto (ma solo il delivery). AsportoeDomicilio.com, al contrario, offre entrambi i servizi in maniera gratuita.
Del resto, proprio le misure contenitive portano le persone a cercare la possibilità di gustare un piatto fatto a regola d’arte, ma nella comodità di casa. E se una volta l’asporto e la consegna a domicilio erano appannaggio perlopiù di pizzerie e rosticcerie, oggi interessano anche la ristorazione di più alta qualità, tanto da essere considerati i due food trend del momento. Il take-away, ad esempio, ha visto triplicare il proprio giro d’affari nel giro di pochissimi mesi – arrivando oggi a più di 5,5 mld – e le prospettive di sviluppo sono state riviste al rialzo con la crisi (dati GFK Eurisko).
Tuttavia, una volta attivato il servizio di home-delivery o take-away, appare evidente che nel settore della ristorazione nazionale, spesso mancano i mezzi idonei per comunicarlo. “Dal confronto diretto e quotidiano con i ristoratori, abbiamo riscontrato una generica difficoltà nella comunicazione della propria offerta, soprattutto online, che comporta la perdita di occasioni importanti – afferma Davide Marchesi, Co-Founder di Soplaya. – Così, abbiamo sviluppato AsportoeDomicilio.com, una piattaforma gratuita, dedicata ai ristoranti che prevedono l’asporto o la consegna a domicilio. La registrazione avviene in pochi minuti (a questo link) e offre al ristorante la possibilità di rendersi visibile da subito a migliaia di potenziali clienti, che qui troveranno le informazioni di contatto e il menù, da sfogliare comodamente sul proprio smartphone. Un servizio che abbiamo voluto estendere a tutta l’Italia, come aiuto concreto alla ristorazione e a tutta la filiera.”
“Ci sono vari passaggi da seguire per chi avvia un servizio di delivery o take-away per la prima volta – aggiunge Mauro Germani, CEO di Soplaya. – Analizzare il food cost e capire se il proprio modello di business lo consente, costruire un menù più ristretto e con marginalità adeguate a sostenere il confezionamento e l’eventuale consegna a casa del cliente, acquistare e possibilmente brandizzare il packaging, realizzare foto dei piatti. Ma quando è il momento di promuovere la propria attività, in molti non vogliono o non possono sostenere le percentuali elevate degli aggregatori, che tra l’altro non supportano nemmeno l’asporto, e così decidono di attivarsi autonomamente. È qui che Asportoedomicilio.com può fare la differenza.”
Ad oggi AsportoeDomicilio.com presenta oltre 700 ristoranti in tutta Italia, ma l’obiettivo è quello di arrivare a contare 3.000 ristoranti entro la fine dell’anno ed essere il punto di riferimento per asporto e domicilio effettuato dal personale dei ristoranti. A sostegno dell’iniziativa, si sono schierati anche enti privati ed istituzioni pubbliche, come, tra gli altri, Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, GetYourBill, Facile 626, RepUP e il Cluster Agro-Alimentare e Bioeconomia della Regione Friuli Venezia Giulia e Dishcovery – startup che si occupa di creazione di menù digitali, con cui è nata una stretta collaborazione al fine di snellire la user experience, in particolare nella finalizzazione dell’ordine.
“L’obiettivo di AsportoeDomicilio.com è quello di dar voce ai ristoratori, in un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo. E ogni nuovo ordine, andrà a sostenere tanto i ristoratori quanto i produttori. Non dimentichiamoci, infatti, che la filiera agroalimentare si compone di più attori, in cui la performance dell’uno dipende da quella dell’altro, e viceversa. Un ecosistema del gusto, dunque, da difendere e proteggere – conclude Mauro Germani, CEO di Soplaya.