Condividere la posizione con il partner o altri contatti: come prendere una decisione consapevole

by Redazione TecnoGazzetta

La maggior parte delle innovazioni digitali ha cambiato non solo il modo di lavorare o le comodità domestiche delle persone, ma addirittura anche il modo di vivere le relazioni interpersonali, basti pensare alle app di incontri. Al contempo, però, è sorta una serie di dubbi etici legati, ad esempio, alla condivisione della propria posizione in tempo reale, una funzionalità disponibile sui recenti sistemi operativi e app come WhatsApp.

Premesso che le ragioni per cui una persona sceglie di condividere la propria posizione con il partner sono completamente personali e insindacabili, Panda Security vuole analizzare questa funzionalità dal punto di vista della cybersicurezza, per aiutare gli utenti a prendere una decisione informata, valutando inoltre le alternative disponibili.

Come funziona la condivisione della posizione

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Questa funzionalità si basa sull’invio del segnale GPS tramite un’app. Una volta creato il collegamento, il satellite rileva continuamente la posizione del dispositivo e la invia al secondo utente finché uno dei due non interrompe la condivisione. Per funzionare quindi bisogna che sia attiva la geolocalizzazione, ovvero il rilevamento della posizione tramite segnale GPS.

Quando consentiamo ad un’app, che sia Google Maps o qualsiasi altra, di rilevare la posizione, la autorizziamo anche a registrare e utilizzare queste informazioni per i propri servizi basati sulla posizione geografica, ad esempio nel caso di Google:

  • Annunci pubblicitari su base geografica
  • Miglioramento dei servizi, come l’affollamento del trasporto pubblico su Maps
  • Personalizzazione dei risultati di ricerca in base alla posizione

Questi sono gli aspetti controversi di questa utile funzionalità. Qui è possibile trovare una guida per condividere la posizione in tempo reale su Google. Se invece si preferisce utilizzare un altro servizio, magari un’app, il consiglio è di utilizzare WhatsApp, Signal o Telegram, che utilizzano la crittografia end-to-end e non salvano dati sull’attività dell’utente (almeno non in Europa).

Condividere la posizione con il partner è una scelta personale.

Se invece si usufruisce di questa funzionalità anche con altre persone, Panda Security consiglia di seguire questi semplici precauzioni di sicurezza:

  1. Se disponibile, impostare la durata della condivisione affinché venga interrotta automaticamente.
  2. Quando si riceve la posizione in tempo reale del proprio partner o di un’altra persona, fare attenzione a non lasciare incustodito lo smartphone e proteggerlo da sguardi indiscreti.
  3. Controllare con chi si condivide la posizione e rimuovere i contatti non più necessari.
  4. Leggere attentamente le norme sulla privacy dell’app che si utilizza per la condivisione.
  5. Se si condivide la posizione con persone semi-sconosciute (ad esempio durante una sessione di Pokemon Go), cercare su internet la privacy policy della app.
  6. Se la condivisione è una misura di sicurezza, ad esempio per sapere dove si trovano i propri figli, scegliere una suite di strumenti di parental control. I controlli per i genitori sono molto efficaci e utili, ma in questo caso è davvero importante affidarsi solo a professionisti e prodotti conosciuti.

Prima di provare o introdurre nuove abitudini informatiche nella nostra vita, è necessario informarsi e valutare bene la situazione per non mettere a rischio la propria privacy.

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