Il commento di Marco Ferrando, Head of Data Science di Var Group, in merito alla conclusione dell’ultimo negoziato interistituzionale per l’AI Act svoltosi a Bruxelles, che auspica la definizione di un testo condiviso e la revisione dei livelli di rischio dell’AI per accrescere la competitività e l’innovazione in UE. “Apprendiamo oggi con favore della risoluzione dello stallo dell’iter di negoziazione per l’approvazione dell’EU AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale nato per garantire che i sistemi di AI – tra cui quelli di AI generativa – fossero sicuri, trasparenti e non discriminatori. Dalla prima proposta dell’UE nel 2021, è stato un percorso complesso ma necessario per tracciare le linee di una gestione etica e responsabile dell’AI.
L’intelligenza artificiale, tecnologia rivoluzionaria e dirompente, ha cambiato il nostro modo di lavorare, non influendo materialmente sull’esito di un processo decisione, bensì migliorando il risultato di una attività umana già completata, o supportando il potenziale umano a rilevare schemi decisionali. E anche nella nostra visione, l’AI potenzia l’uomo, senza sostituirlo. Affidandoci a questa definizione, crediamo che nella classificazione dei sistemi AI ad alto rischio il legislatore debba considerare criteri diversi per le applicazioni, a seconda dei loro effetti sulla produttività: i dati confermano che l’IA generativa può aumentare la produttività, con un impatto incredibile in alcuni ambiti che per certo non dovrebbero essere considerati ‘a rischio’. L’obiettivo verso cui tendere è l’evoluzione “controllata” dell’AI, negli usi e nelle applicazioni, tutelando le imprese sviluppatrici e utilizzatrici di queste tecnologie e conservando anzi l’innovazione e la competitività dell’UE, e ci auguriamo che l’Ai Act sappia porsi come solida linea guida in questo percorso”.