Le Linee Guida Agid e il successivo Regolamento per la qualificazione dei conservatori, normative tecniche che dovrebbero mettere ordine nel mondo della conservazione dei documenti informatici e garantire così una maggiore apertura del mercato, come indicato dall’Unione europea, stanno invece gettando il settore nell’incertezza, acuendo alcune forti contraddizioni già presenti nelle normative precedenti, che invece dovrebbero essere superate. Ne sono convinti il presidente di Anorc Professioni, l’avvocato Andrea Lisi, e il segretario generale di Anorc mercato, l’avvocato Luigi Foglia, i quali hanno affrontato il tema in un webinar trasmesso sui profili Facebook e Youtube dell’Associazione Nazionale degli Operatori e Responsabili della Conservazione dei documenti informatici.
Sotto la lente dei due relatori, principalmente la scomparsa dell’accreditamento: “Ci siamo piegati alle esigenze della Commissione europea e abbiamo eliminato l’accreditamento- dichiara Lisi- cercando di recuperarlo con la ‘qualificazione’ regolamentata dalla determinazione di giugno di Agid, che però è suscettibile di critiche. La sensazione- spiega- è che si sia persa un po’ la strategia, che si confonda un po’ tutto con il cloud”. Questi sono gli effetti, mentre la causa è da cercare, secondo Lisi, nell‘incapacità dell’Italia di far valere le proprie ragioni in sede europea e chiarire le specificità del sistema di archiviazione del patrimonio documentale delle Pa italiane.
Secondo Foglia, “il ‘peccato originale’ è stato compiuto già con il Codice dell’amministrazione digitale e poi è proseguito nel 2013 con l’approvazione delle regole tecniche di conservazione. Con le Linee Guida si è continuato a seguire quel solco, fino al Regolamento sui criteri per la fornitura dei servizi di conservazione dei documenti informatici. L’Unione europea- spiega Foglia- ha percepito la conservazione come sistema di sicurezza informatica e, considerandolo un servizio Ict a tutti gli effetti, ha chiamato in causa una serie di normative per la tutela del mercato. Da lì- suggerisce l’esperto- occorreva sedersi e ripensare a tutta la materia della archiviazione e conservazione dei documenti informatici, separando le due strade”.
Questo lavoro, secondo i due relatori, non è stato assolutamente fatto. “Il regolamento- spiega Foglia- fa esplodere la differenza tra conservazione in house e conservazione in outsourcing, che già c’era in passato, ma era una situazione equilibrata e garantita da un sistema di verifica affidabile con determinati livelli di sicurezza vigilati da Agid. La Pa quindi poteva affidare questi servizi anche con leggerezza, ma il conservatore sapeva cosa doveva fare”. Oggi, sono d’accordo i relatori, non è chiaro quali siano i servizi che i conservatori debbano garantire e se ci sarà un sistema valido di verifica dei requisiti. Il risultato, secondo Foglia, è che “chi già lavora con le Pa potrà offrire lo stesso servizio senza assumersi responsabilità. Mentre chi vuole entrare nel mercato dovra fare enormi investimenti e avrà grandi difficoltà”.
Una situazione resa ancora più confusa dalla proroga a gennaio 2022 dell’entrata in vigore del Regolamento e delle Linee Guida che, secondo Lisi “crea una distorsione del mercato, perché è difficile capire quale normativa sia in vigore e come I conservatori debbano comportarsi relativamente all’audit di valutazione di conformità del sistema di conservazione”.
Questi temi, assicura Lisi, “saranno materia di confronto il prossimo 5 ottobre, data in cui si terrà il primo Forum Nazionale dei Responsabili della Conservazione con la partecipazione anche di Agid”. In tale sede, Anorc porterà una serie di proposte per fissare gli obiettivi e “capire- dichiara Foglia- che strada vuole prendere la conservazione in Italia per garantire autenticità, integrità, affidabilità, leggibilità e reperibilità dei documenti informatici. Lavoriamo- assicura il segretario generale di Anorc- perché ci siano delle regole chiare“.
Source: Agenzia DIRE