IBM, lo studio sulla responsabilità etica dell’AI

di Redazione TecnoGazzetta

Secondo uno studio IBM, la responsabilità relativa all’etica dell’AI non sarà più appannaggio dei soli team IT ma di una più ampia rosa di leader aziendali

L’etica nell’AI è a un punto di svolta. L’utilizzo diffuso dell’AI in vari settori ha suscitato preoccupazioni per gli impatti etici che può avere. Per questo, istituzioni come l’UE stanno studiando nuove regole per ridurre le disuguaglianze che l’AI potrebbe portare nella società.

Questa settimana l’Institute for Business Value di IBM ha rilasciato i risultati di un nuovo studio, “AI ethics in action: An enterprise guide to progressing trustworthy AI”. Questo studio, condotto a livello globale su 1.200 manager in 22 paesi, con l’obiettivo di raccogliere e analizzare le loro opinioni sull’importanza dell’etica nell’AI e sui possibili utilizzi concreti.

Di seguito le principali evidenze dello studio:

  • L’80% degli intervistati ha indicato un dirigente ‘non tecnico’, ad esempio il CEO, come la persona che deve spingere per introdurre l’etica nell’AI in azienda. Dato in forte aumento rispetto al 15% nel 2018.
  • Il 75% (contro il 50% del 2018) dei manager intervistati quest’anno concordano che l’etica dell’AI è importante per le loro aziende, oltre che essere una fonte di differenziazione competitiva. Infatti, il 67% degli intervistati che considera l’etica nell’AI importante, indica che la propria azienda superi la concorrenza in termini di sostenibilità, responsabilità sociale, diversità e inclusione.
  • Il 68% delle organizzazioni riconosce che avere un posto di lavoro diversificato e inclusivo è importante per mitigare i pregiudizi nell’AI, ma i risultati dello studio indicano che i team che lavorano per l’AI sono ancora poco diversificati. Rispetto alla media aziendale (33% della forza lavoro), le donne che lavorano per lo sviluppo dell’AI sono solo il 6% del totale del team, 1% individui LGBT+ (rispetto al 4%) e 1,7 volte meno inclusivi dal punto di vista etnico.
  • Inoltre, meno di un quarto delle organizzazioni ha reso operativa l’etica dell’AI e meno del 20% degli intervistati ha concordato fermamente sul fatto che le pratiche e le azioni della propria organizzazione corrispondono ai principi e i valori dichiarati.

 

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