Consumerismo ed esperti di cyber security lanciano l’allarme: raffica di messaggi con richieste di denaro per finte donazioni a Gaza. 15 milioni gli italiani a rischio, 1 utente su 10 non riconosce truffeEcco come difendersi dai nuovi terroristi della rete e gli errori da non commettere
Con la guerra in Israele si moltiplicano anche in Italia i tentativi di truffe informatiche a danno dei cittadini, e cresce il rischio di attacchi hacker verso obiettivi sensibili del nostro Paese. L’allarme viene lanciato oggi da alcuni esperti di cyber security in collaborazione con l’associazione dei consumatori “Consumerismo No Profit”.
“La guerra in Israele potrebbe rappresentare un rischio per tutte quelle strutture italiane, anche di servizi primari, connesse alla rete – spiega Marco Menichelli, founder dell’azienda tech “Nevil” e creatore di software anti-hacker – Già in occasione dello scoppio della guerra in Ucraina abbiamo assistito in Italia ad un aumento preoccupante degli attacchi di natura informatica verso obiettivi sensibili, raddoppiati in numero rispetto al periodo pre-conflitto. Una situazione che potrebbe ripetersi ora con la delicata situazione in Israele, in quanto oggi la guerra non si combatte solo con bombardamenti da cielo, mare e terra, ma anche da esperti hacker in grado di sferrare attacchi imprevedibili e fortemente distruttivi. In questa fase anche i paesi alleati o sostenitori di Israele sono a rischio, Italia inclusa” – aggiunge Menichelli.
Già si sta registrando in questi giorni una impennata di tentativi di frodi informatiche attraverso messaggi inviati agli utenti su mail, sms e social network, che sfruttano il conflitto in atto e l’emergenza umanitaria nella striscia di Gaza per chiedere donazioni in denaro e carpire dati bancari – denuncia Consumerismo No Profit – Si tratta di finte campagne di solidarietà in favore delle popolazioni colpite dal conflitto, alcune delle quali chiedono pagamenti in criptovalute o bonifici esteri. In alcuni casi i messaggi sfruttano l’allarme sicurezza legato al conflitto in atto per carpire password e dati su conti correnti e carte di credito degli utenti.
15 milioni di italiani sono a rischio truffa informatica, e “1 cittadino su 10 ancora oggi non è in grado di riconoscere un tentativo di frode online – spiega Consumerismo – Proprio per questo le ultime stime registrano 1,3 milioni di cittadini che hanno subito transazioni fraudolente nell’anno in corso.
Cosa fare per stare tranquilli
A tal riguardo Marco Menichelli, creatore di “Sauron Autonomous Cyber Defender”, un software dotato di Psiche Sintetica, in grado bloccare e rispondere a più sofisticati attacchi hacker, fornisce assieme a Consumerismo una serie di azioni da non eseguire mai, per non permettere agli hacker di entrare nella nostra rete, o nella rete della nostra azienda usando i nostri dispositivi personali:
- Aprire email o allegati sospetti o provenienti da mittenti sconosciuti, senza verificare la loro autenticità o il loro contenuto.
- Utilizzare password deboli, facili da indovinare o uguali per diversi servizi o dispositivi, senza cambiarle periodicamente o proteggerle adeguatamente.
- Collegare dispositivi esterni non verificati o infetti, come chiavette USB, hard disk o smartphone, ai computer o alle reti aziendali, senza controllare la loro provenienza o il loro contenuto.
- Navigare su siti web non sicuri o non affidabili, senza verificare la loro reputazione o il loro certificato SSL, oppure scaricare software pirata o non autorizzati dai siti web ufficiali.
- Lavorare da remoto senza usare una connessione sicura o una VPN (Virtual Private Network), oppure usare reti Wi-Fi pubbliche o non protette per accedere ai sistemi o ai dati aziendali.