A cura di Emanuela Manor, Regional Manager Italia di eToro
Durante il lockdown imposto dai governi durante la pandemia, le piattaforme di streaming hanno dato conforto a milioni di persone costrette in casa in tutto il mondo.
Stando ai dati di Strategy Analytics, il terzo trimestre del 2020 si è chiuso con 769,8 milioni di abbonati su scala mondiale, il 28,3% in più rispetto ai 552,1 milioni di un anno fa. Basata sull’analisi delle 21 principali piattaforme video in abbonamento, l’indagine dei ricercatori evidenzia l’incremento su base annua di 217,6 milioni di abbonamenti. Si tratta della cifra più alta mai registrata, che batte il record dei 211,7 nuovi abbonati del quarto trimestre 2018.
Secondo il report annuale della Motion Picture Association of America, l’associazione dei produttori cinematografici statunitensi, gli abbonati su scala mondiale delle varie piattaforme streaming, nel complesso, hanno superato quota 1 miliardo.
Ma questa crescita può essere sostenibile anche nel 2021 man mano che sempre più persone escono dal lockdown e riprendono una vita sociale fuori casa con familiari, amici e colleghi? O i servizi di streaming domineranno ancora quando si tratta di forme di svago?
Nonostante la riapertura, il settore nel suo complesso sembra mantenere slancio. Netflix, Disney, Amazon continuano a correre. Gli analisti ritengono che il colosso dell’e-commerce raggiungerà una capitalizzazione di mercato di 2 trilioni di dollari nel 2021, una volta che le aspettative di crescita si materializzeranno. Sembra veramente che nulla possa rallentare Amazon, nemmeno una pandemia.
Sull’onda del successo dello streaming, nel maggio 2021, un altro gigante ha deciso di buttarsi nella mischia. AT&T ha annunciato un accordo da 43 miliardi di dollari per fondere il suo ramo di attività di intrattenimento con Discovery. Questo porta a ritenere che AT&T voglia rivaleggiare proprio con Netflix, Disney e Amazon raddoppiando i suoi investimenti nel settore streaming dopo aver acquistato WarnerMedia per 79 miliardi di dollari nel 2018.
Nel frattempo, anche Apple aumenta gli investimenti nella sua Apple TV+. Cupertino ha infatti annunciato nell’aprile scorso l’intenzione di includere all’interno del suo piano di investimenti in territorio Usa anche la produzione di dozzine di contenuti originali destinati alla piattaforma streaming video della Mela.
Lock-free: quali le prospettive?
Secondo Deloitte, le persone risultano ancora abbonate a molte delle piattaforme cui si sono iscritte durante la pandemia. In effetti, sono molti che stanno attualmente pagando mediamente cinque abbonamenti, rispetto ai tre del 2019. Un altro rapporto di Brightback, società di fidelizzazione-clienti con sede a San Francisco, ha scoperto che quasi l’86% degli abbonati allo streaming ha anticipato di voler mantenere o aumentare il proprio numero di abbonamenti nel 2021 e oltre.
Con il video streaming che dovrebbe costituire l’82% di tutto il traffico Internet entro il 2022, grazie alla maggiore accessibilità delle piattaforme, gli esperti ritengono che questo tipo di servizi siano più di una semplice tendenza: sono il futuro dell’intrattenimento come lo conosciamo.
Il rapporto PwC Global Entertainment&Media Outlook 2021-2025 – Power shifts: Altering the dynamics of the E&M industry, ha evidenziato come le previsioni dei ricavi del Subscription Video On Demand (SVOD) puntino ad una crescita a un tasso annuo composito (CAGR) del +10,6% fino al 2025, rendendolo un settore da 81,3 miliardi di dollari.
Gli investitori dovrebbero rimanere sul pezzo?
Sicuramente è un trend da tenere in considerazione. Per tutte le società e i settori, gli investitori dovrebbero fare le loro ricerche e tenersi aggiornati sulle notizie associate alle piattaforme di streaming e alle rispettive società che le possiedono, al fine di determinare se i rispettivi titoli sono conformi alla loro strategia di investimento complessiva, alla propensione al rischio e alla diversificazione di portafoglio.