La Toscana che produce, la Tissue Valley punta sulla tecnologia green

di Andrea Trapani

Prosegue l’impegno di Invest in Tuscany a sostegno delle multinazionali che scelgono la Toscana: 69 investimenti per un valore complessivo di circa 1,4 miliardi di euro nel 2020,  mentre da gennaio 2021 sono state 27 le operazioni di investimento sul territorio. Tra i Paesi più rappresentativi Francia, USA, UK, Svezia, Russia e India

Circa 10mila occupati per un fatturato di quasi 5mila milioni di euro all’anno: sono i numeri della Tissue Valley toscana, compresa tra Lucca e Pistoia, dove hanno sede circa 340 aziende specializzate tra carta e cartotecnica e produzione di macchinari per la carta. Un settore che ha dimostrato resilienza e capacità di reazione durante la pandemia, rinnovandosi e puntando ancora di più su sostenibilità ambientale ed economia circolare per tenere in equilibrio il mercato, anche grazie al costante dialogo con Invest in Tuscany, struttura nata in seno alla presidenza della Regione, che da 11 anni si occupa di supportare e agevolare aziende e multinazionali che vogliono investire sul territorio favorendo così nuove opportunità di business e occupazione.

CARTA DA ARANCE E CAFFE’

Ne sono un esempio i progetti avviati da alcune aziende di rilievo quali Essity, azienda leader nel mondo nei settori dell’igiene e della salute, con radici in Svezia, ma presente sul territorio italiano dai primi anni ’80 e in Toscana da circa 20 anni. Proprio a Collodi è stato sviluppato un impianto all’avanguardia per la produzione di carta tissue di alta qualità a partire dai sottoprodotti delle lavorazioni agroindustriali.

Il progetto si chiama Crush e prevede l’utilizzo di residui di arance, mais o caffè per la produzione di cellulosa: i sottoprodotti, 100% di origine italiana, vengono lavorati meccanicamente senza utilizzo di prodotti chimici e valorizzati come nuova materia per la produzione di carte ecologiche di alta qualità, abbattendo la percentuale di cellulosa “vergine” proveniente dagli alberi. Il risultato finale è un prodotto che rispetta l’ambiente, testato dermatologicamente e ipoallergenico, con un’elevata versatilità, garantita anche dal marchio Ecolabel, per la massima sostenibilità della catena di produzione totale.

MATTONI DAI FANGHI DI CARTIERA

Ma Crush non è l’unico progetto di economia circolare avviato da Essity: lo stabilimento produttivo di Porcari, in provincia di Lucca, è al centro di un innovativo processo che consente di reimpiegare i fanghi di cartiera in prodotti per l’edilizia. Grazie alla collaborazione con l’azienda italiana T2D Spa, che opera nel settore dei laterizi da mezzo secolo, i fanghi di cartiera, considerati eccellenti in quanto privi di sostanze chimiche o dannose, sono utilizzati come materia prima per la produzione di mattoni. “Ad oggi i nostri fanghi determinano il 99,5% del totale dei rifiuti conferiti in discarica che grazie a questo progetto riusciamo a salvare e a reimpiegare totalmente nella produzione di altri prodotti a favore di terzi fornitori – afferma Ivan Ferrini, Operations Director Italia di Essity -. Stiamo inoltre lavorando ad un miglioramento del processo interno per nuove tecnologie industriali che ci consentiranno in futuro il reimpiego dei fanghi all’interno dei nostri stessi cicli produttivi”.

MASCHERINE BIODEGRADABILI

Un altro esempio di resilienza in chiave green arriva dalla vicina Lucca, dove Körber Tissue, gruppo tecnologico con oltre 10mila dipendenti nel mondo e una business area specializzata nelle soluzioni avanzate per l’industria del tissue, in piena pandemia ha sviluppato K.Protect Myfaceroll, tecnologia in grado di convertire le macchine Koerber per la produzione di mascherine.

Questo brevetto può essere installato su tutte le macchine di converting dell’azienda nuove o già in uso in tutto il mondo, per produrre fino a 10mila mascherine al minuto ed è adattabile ai principali “tessuto non tessuto”, tra cui un particolare materiale a base di bambù compostabile con i rifiuti organici.

INTERNET OF THINGS

A Lucca ha sede anche il Tissue Performance Center di Körber, una vera e propria sala di controllo che consente il monitoraggio live di tutte le macchine aziendali diffuse nel mondo, grazie a piattaforme di Industrial Internet of Things e analisi dati in presa diretta a cura dei tecnici dell’azienda. La visualizzazione online dei parametri di funzionamento offre una valutazione costante dello stato di salute delle macchine e permette di evidenziare eventuali anomalie. Oltre 1500 gli apparecchi collegati nel mondo e monitorati dal team toscano: “Le macchine connesse al Tissue Performance Center – commenta Gianfranco Agnusdei, Global Customer Service Director – mantengono sotto costante controllo i dati di produzione, i valori della temperatura dei motori, i consumi energetici e il settaggio dei parametri. Questi valori, confrontati anche con i dati storici di produzione, consentono ai tecnici in Körber non solo di mettere in atto, da remoto, correzioni per il recupero dell’efficienza della linea produttiva, ma anche di rilevare eventuali cause di malfunzionamento e di stabilire, in anticipo, le azioni per risolverle. Si tratta del primo step di un percorso articolato che ci condurrà in un prossimo futuro ad una learning machine in grado di interpretare in autonomia i dati e migliorare in maniera autonoma le performance della macchina in qualunque condizione”.

LE MULTINAZIONALI IN TOSCANA

Sono 785 le multinazionali che operano in Toscana, facendo capo a 573 gruppi. Per questo motivo la Toscana è tra le poche regioni d’Italia ad avere un ufficio dedicato all’attrazione degli investimenti: Il team di Invest in Tuscany guidato da Filippo Giabbani, ascolta le esigenze di investitori, coordina i percorsi amministrativi, crea contatti con partner locali, quali Pmi, atenei, spin-off universitari, enti pubblici, e offre un servizio di “aftercare”, un’attività continuativa con le multinazionali che si sono già insediate in Toscana, per mantenere ed espandere gli investimenti esistenti.

GLI INVESTIMENTI IN TOSCANA AI TEMPI DEL COVID

Negli ultimi 5 anni sono state oltre 100 le operazioni di investimento diretto estero, per più di 7500 posti di lavoro generati. Il capitale investito ha superato i 2,8 miliardi di euro. Al di là del Covid, questi numeri dimostrano come la regione continui ad essere attrattiva. In termini di valore assoluto la Toscana si colloca sul podio in Italia, preceduta solo dalla Lombardia. Delle 101 operazioni registrate tra il 2016 e il 2020 il retail rappresenta quasi un terzo del totale (28%), seguito da hotellerie (16%) e manifatturiero (15%). La Francia è di gran lunga la nazione di origine degli investimenti con oltre il 30% delle operazioni, seguita dagli Stati Uniti d’America (18%) e dal Regno Unito (12%).

“Il 2020 – dichiara Filippo Giabbani, dirigente responsabile di Invest in Tuscany – si è chiuso con 69 investimenti per un valore complessivo di circa 1,4 miliardi di euro. Spicca decisamente il mondo della moda, con 17 operazioni. Qualche esempio: il marchio Balenciaga ha annunciato la realizzazione a Cerreto Guidi di un nuovo stabilimento, Furla ha quasi completato il suo nuovo investimento a Barberino Tavarnelle, Fendi ha iniziato i lavori a Bagno a Ripoli (dove rafforzerà la propria presenza), Yves Saint Laurent sta investendo a Scandicci. Dopo la moda ci sono il turismo e il real estate privato, ma altrettanto importanti sul fronte straniero sono le espansioni di GSK a Siena e Takeda a Pisa”.

Nonostante la prevedibile contrazione di un anno segnato dalla pandemia, la Toscana dimostra quindi un concreto dinamismo e un potenziale di fatto da esprimere. Da gennaio 2021, infatti, sono state 27 le operazioni di investimento verso la Toscana, di cui 12 da soggetti esteri. Tra i Paesi esteri investimenti da Francia, USA, UK, Svezia, Russia e India. Il settore che al momento traina gli investimenti è il turismo, con 11 operazioni su 27. Per maggiori informazioni è sempre raggiungibile il sito dedicato raggiungibile all’url www.investintuscany.com

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