Cresce in Italia il settore eSport

di Valerio Longhi

QualeScegliere.it ha dedicato uno speciale agli accessori da gaming più desiderati dagli italiani, mettendo in evidenza le ultime tendenze e preferenze degli utenti, la spesa necessaria per una postazione gaming e l’’identikit del gamer italiano
Lo scenario dei videogiochi è mutato notevolmente nel corso degli ultimi anni: dai classici videogame si è passati oggi al gaming, ovvero esperienze online molto coinvolgenti tali da essere diventate quasi un’estensione digitale del gioco in carne ed ossa, in grado di favorire così anche in Italia una crescita degli eSport.
A dirlo è una recente ricerca realizzata da 2WATCH che analizza i livelli di investimento attratti dal settore nel corso del 2022. Dall’indagine emerge, infatti, una crescita dell’interesse del mondo produttivo per gli eSport, con risorse investite anche da parte di attori solitamente lontani dal settore. In particolare, in Italia, gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati sull’evento EspoGame dedicato al mondo degli eSport, del gaming e del Web3 nelle due giornate del 15 e 16 marzo 2023, durante le quali i rappresentanti di questi settori si incontreranno alla Fiera di Rimini per confrontarsi sul futuro del rapporto tra videogiochi e Web3.
«Eventi di eSport, game awards, realtà virtuale, realtà aumentata, realtà mista, esperienze immersive e cloud gaming dominano oggi la scena delle industrie dei videogiochi e degli sport elettronici, alimentando sempre più un mercato già in forte espansione. Per adeguarsi al mondo che cambia bisogna conoscere il settore e anticipare le tendenze che influenzeranno il business a livello mondiale nei prossimi anni» ha commentato Brando Preda, Product Manager di QualeScegliere.it
Con questa vision QualeScegliere.it ha dedicato uno speciale agli accessori da gaming più desiderati dagli italiani, mettendo in evidenza le ultime tendenze e le preferenze degli utenti. L’interesse per questi accessori è tangibile, grazie alle circa 54mila visite registrate negli ultimi due anni (più precisamente tra gennaio 2021 e gennaio 2023). L’interesse più elevato è stato riscontrato per gamepad (che hanno catturato il 40% delle visite totali) e per occhiali per la realtà virtuale (33%).

Quanto costa una postazione da gaming?

La spesa per acquistare una sedia da gioco oscilla tra i 134 euro della GXT 705 Ryon di Trust e i 390 euro per il modello Iskur di Razer. Il prezzo è però più alto quando si parla di visori di realtà virtuale: si passa dai 420 euro per il PlayStation VR di Sony ai 685 euro del Reverb G2 di HP.
I joystick sono gli accessori decisamente più economici necessari per una buona attrezzatura da gamer; il prezzo varia dai 61 euro (Extreme 3D Pro di Logitech) ai 223 euro di X56 Hotas di Logitech. Stessa situazione anche per i gamepad, i cui prezzi variano tra i 60 euro del Sony Dualshock 4 ai 109 euro del Controller Wireless Elite Series 2 di Microsoft.
A conti fatti, per poter avere una postazione accessoriata di buon livello è necessario investire almeno 675 euro.

L’ ’identikit del gamer italiano

Non sorprende che siano gli uomini ad essere i più interessati all’acquisto di accessori per costruire una perfetta postazione da gaming, facendo registrare oltre 42mila visite (che rappresentano così il 78,6% sulle visite totali*). La forbice dell’interesse maschile raggiunge punte anche più elevate, spaziando dal 72,6% per gli occhiali VR fino a raggiungere l’87,9% laddove si parla di joystick.
Gli utenti più attivi nella ricerca online sono comunque giovanissimi: il 35,3% ha tra i 18 e i 24 anni, mentre il 31,2% si colloca nella fascia più adulta dei 25-34enni. Gli over55 mostrano il loro interesse per questi argomenti gettandosi alla ricerca di occhiali per la realtà virtuale (7,3% delle visite totali*) e di joystick (5,8%), mentre le sedie da gaming e i gamepad sono oggetti richiesti prevalentemente dagli under35 (che realizzano rispettivamente il 71% e il 71,8% delle visite totali di quelle guide).
Le regioni più attive nella ricerca di informazioni su questi prodotti sono state la Lombardia (27,1%), il Lazio (15,3%), la Campania (8,2%), l’Emilia-Romagna (6,9%) e il Veneto (6,4%).
 

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