“L’App Store, Spotify e il fiorente mercato europeo della musica digitale”, la risposta di Apple

di Redazione TecnoGazzetta

Oggi, la Commissione europea ha annunciato una decisione secondo cui l’App Store rappresenterebbe un ostacolo alla concorrenza nel mercato della musica digitale. La decisione è stata raggiunta nonostante la Commissione non sia stata in grado di trovare alcuna prova credibile che dimostri un danno nei contronti dei consumatori, ignorando inoltre la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in forte crescita. “La promotrice principale di questa decisione, nonché la più grande beneficiaria, è Spotify, un’azienda con sede a Stoccolma, Svezia” scrive Apple in una nota stampa che riportiamo qua sotto.

La risposta di Apple alla Commissione Europea

Spotify possiede la più grande app di streaming musicale al mondo, e ha partecipato a oltre 65 incontri con la Commissione nel corso di questa indagine.

Oggi Spotify detiene una quota del 56% del mercato europeo dello streaming musicale, più del doppio del suo principale competitor, e non paga nulla a Apple per i servizi che l’hanno aiutata a diventare uno dei brand più conosciuti al mondo. Un’ampia parte del suo successo è dovuta all’App Store, oltre che a tutti gli strumenti e alla tecnologia che Spotify utilizza per creare, aggiornare e condividere la sua app con utenti Apple in tutto il mondo. Riconosciamo con orgoglio il nostro ruolo centrale nel supportare il successo di Spotify, come abbiamo sempre fatto fin dagli albori dell’App Store per aziende di sviluppo di ogni dimensione.

Il percorso dell’App Store Fin dal lancio dell’App Store più di 15 anni fa, Apple ha tenuto fede a due semplici obiettivi: creare un marketplace sicuro e affidabile per ogni utente, e offrire un’incredibile opportunità di business per chi sviluppa app. Sembra un approccio semplice, ma l’economia delle app che ne è scaturita ha contribuito a promuovere una delle più veloci curve di crescita nella storia della tecnologia. Oggi gli sviluppatori competono alla pari sull’App Store. Le app vengono sottoposte a revisione in base ad un’ampia serie di regole pensate per proteggere i nostri utenti. Il rispetto di queste regole consente a developer di qualsiasi dimensione di raggiungere oltre un miliardo di dispositivi in tutto il mondo.

Nel corso del tempo, l’App Store ha offerto un valore sempre maggiore a chi sviluppa app. Ma la maggior parte degli sviluppatori, circa l’86%, non paga mai una commissione a Apple.

Oggi sono solo due le circostanze in cui uno sviluppatore presente sull’App Store paga ad Apple una commissione: quando l’utente acquista un’app a pagamento dall’App Store oppure acquista un bene o un servizio digitale in-app, come un abbonamento o un potenziamento in un gioco. Se un’azienda sviluppatrice vende beni fisici, pubblica annunci nella sua app o semplicemente mette a disposizione un’app gratis, non paga niente a Apple. E lo stesso vale quando vende un abbonamento sul web che l’utente acquista prima di usarlo in un’app sul proprio dispositivo.

Chi sviluppa app musicali può persino includere informazioni su altre offerte disponibili al di fuori della propria app, con tanto di link che indirizza gli utenti verso un sito web per creare e gestire il loro account. Negli anni, l’App Store ha aiutato team di sviluppo di ogni dimensione a dar vita a business di successo e a raggiungere persone in tutto il mondo. E poche aziende incarnano questa storia meglio di Spotify.

La quota dominante di Spotify nel mercato

Nata come piccola startup con sede a Stoccolma, in Svezia, Spotify si è trasformata nella più grande azienda di musica digitale al mondo. Detiene una quota pari a oltre il 50% del mercato europeo, e, su iOS, Spotify ha anche una quota di mercato superiore rispetto quella che ha su Android. Ma questa è solo una parte dell’equazione: infatti il mercato musicale europeo è letteralmente esploso. Le aziende competono per attrarre nuovi clienti. I clienti hanno tante opzioni tra cui scegliere. E l’anno scorso sono stati registrati quasi 160 milioni di abbonamenti, rispetto ai 25 milioni del 2015: un impressionante tasso di crescita del 27% all’anno. Aziende come Google, Amazon, Deezer, SoundCloud e Apple competono ogni giorno sul mercato, ma Spotify è sempre in cima.

Spotify non paga niente a Apple

Nonostante questo successo e il ruolo che l’App Store ha giocato nel renderlo possibile, Spotify non paga niente a Apple. Il motivo è che Spotify, come tanti sviluppatori sull’App Store, ha fatto una scelta. Invece di vendere abbonamenti all’interno dell’app, li vende sul suo sito web. E Apple non riscuote alcuna commissione su questi acquisti. Complessivamente, l’app Spotify è stata scaricata, riscaricata o aggiornata più di 119 miliardi di volte sui dispositivi Apple. È disponibile sull’App Store in oltre 160 Paesi in tutto il mondo. E ci sono tanti altri modi in cui Apple crea valore per Spotify, a nessun costo per questa azienda: Il nostro team tecnico aiuta ad assicurare che le app di Spotify funzionino alla perfezione con Siri, CarPlay, Apple Watch, AirPlay, i widget e altro.

Come ogni sviluppatore, Spotify può accedere alle oltre 250.000 API di Apple e usa 60 dei nostri framework, così le sue app possono collegarsi al Bluetooth, inviare notifiche, riprodurre audio in background sul dispositivo dell’utente, e altro. Spotify ha usato il nostro strumento di beta-testing, TestFlight, per quasi 500 versioni della propria app per sperimentare nuove funzioni e capacità. Il nostro team App Review ha esaminato e approvato 421 versioni dell’app Spotify, solitamente in giornata, e ha spesso velocizzato questo processo su richiesta di Spotify. Creare gli strumenti, la tecnologia e il marketplace che Spotify usa ogni giorno richiede uno impegno continuo e un importante investimento da parte di Apple. Abbiamo persino inviato il nostro team tecnico a Stoccolma per aiutare di persona i team di Spotify. E il risultato è che quando l’utente apre l’app Spotify, ascolta musica nel tragitto casa-lavoro o chiede a Siri di riprodurre un brano dalla sua libreria, tutto funziona come dovrebbe. E di nuovo: Spotify non paga niente a Apple. Quando si tratta di affari, si può non essere d’accordo su quale sia l’offerta migliore. Ma certamente è difficile batterne una che è gratis. Spotify vuole di più Ma per Spotify gratis non è abbastanza. Vuole anche riscrivere le regole dell’App Store in modo che la avvantaggino ancora di più.

Come molte aziende, Spotify usa email, social network, messaggi di testo, annunci web e tanti altri modi per raggiungere potenziali clienti. In base alla regola “Reader” dell’App Store, Spotify può anche includere nella sua app un link a una pagina web in cui l’utente può creare o gestire un account. Abbiamo introdotto questa regola anni fa in risposta al feedback di aziende sviluppatrici come Spotify. E molte app reader, da quelle per leggere ebook ai servizi di streaming video, usano questa opzione per indirizzare l’utente a una pagina web. Anche Spotify potrebbe farlo, ma ha scelto di non farlo. Preferisce cambiare le regole a suo favore inserendo i prezzi degli abbonamenti nella propria app senza usare il sistema di acquisto in-app dell’App Store. Vuole usare gli strumenti e le tecnologie Apple, distribuire la sua app sull’App Store, e beneficiare della fiducia che abbiamo costruito con la nostra base di utenti senza pagare niente a Apple. Per farla breve, Spotify vuole di più.

Il coordinamento di Spotify con la Commissione europea

Nel 2015, Spotify ha iniziato a collaborare con la Commissione europea a un’indagine con scarsi riscontri oggettivi. Hanno affermato che il mercato della musica digitale era in stallo e che Apple ostacolava i concorrenti. Sfortunatamente per la sua causa, Spotify ha continuato a crescere e, in parte grazie all’App Store, ha surclassato qualsiasi altra azienda di musica digitale al mondo. Nel corso dei successivi otto anni e degli oltre 65 incontri con Spotify, la Commissione europea ha cercato di costruire tre diversi casi. Ad ogni svolta, ha circoscritto progressivamente la portata delle contestazioni, ma tutte le teorie avevano alcune caratteristiche in comune: Nessuna prova di danno ai consumatori: in Europa, gli utenti e le utenti hanno più scelta che mai in un mercato della musica digitale che è cresciuto in maniera esponenziale. In soli otto anni, si è passati da 25 milioni a quasi 160 milioni di abbonati, con oltre 300 milioni di ascoltatori attivi, e Spotify è l’azienda che ha ottenuto i risultati migliori. Nessuna prova di concorrenza sleale: otto anni di indagini non hanno mai prodotto una valida teoria che spieghi in che modo Apple abbia ostacolato la concorrenza in un mercato che è chiaramente fiorente.

La Commissione europea sta emettendo questa decisione appena prima che entri in vigore il nuovo regolamento europeo Digital Markets Act (DMA). Apple è pronta a conformarsi al DMA nel giro di pochi giorni, e i nostri piani includono alcune modifiche alle regole contestate qui. È chiaro che questa decisione non si fonda sulle leggi in vigore in materia di concorrenza, ma si tratta di un tentativo da parte della Commissione di applicare il DMA prima ancora che diventi effettivo. La realtà è che le consumatrici e i consumatori europei hanno più scelta che mai. Ironicamente, in nome della concorrenza, la decisione di oggi non fa che rafforzare la posizione dominante di un’azienda europea di successo che è leader indiscussa del mercato della musica digitale.

Cosa succede adesso? Apple fa parte dell’Europa da oltre 40 anni, e attualmente supporta oltre 2,5 milioni di posti di lavoro in tutto il continente. Abbiamo contribuito a far prosperare mercati, promuovendo costantemente la concorrenza e l’innovazione, e l’App Store è una parte importante di tutto questo. Quindi, anche se rispettiamo la Commissione europea, i fatti semplicemente non supportano questa decisione. Di conseguenza, Apple presenterà ricorso. Il mercato della musica digitale è un esempio perfetto di come funziona l’economia delle app. Dopotutto, nel corso dei 15 anni di vita dell’App Store, una semplice frase come c’è un’app per ogni cosa è diventata una verità universale. E oggi, dietro ogni app c’è un’azienda dal successo dirompente, o un imprenditore o un’imprenditrice che insegue un sogno. Ogni giorno, i team di Apple lavorano per tenere vivo quel sogno. Lo facciamo rendendo l’App Store l’esperienza migliore e più sicura in assoluto per ogni utente. Lo facciamo offrendo a chi sviluppa i mezzi per creare app incredibili. E soprattutto, lo facciamo perché le app hanno una straordinaria capacità di promuovere le innovazioni che consentono alle persone di fare ancora di più e di migliorare la propria vita.

CS

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