4 tecnologie che aumentano la visibilità in store dei brand

di Redazione TecnoGazzetta

Non appena il consumatore entra in store, comincia la battaglia per la visibilità da parte dei brand.

Dalle testate alle vetrine, dagli scaffali al posizionamento, dal lineare al packaging, al volantino. Ogni strumento è buono per guadagnare visibilità rispetto ai competitor e rispetto al consumatore che distrattamente passa davanti al prodotto. E che ci sia bisogno di una guerra lo dimostrano i dati di Nielsen, secondo cui tra tutte le variabili quella che influenza maggiormente le decisioni d’acquisto è proprio il punto vendita. D’altra parte è risaputo che il 70% delle decisioni d’acquisto vengono prese in store e che dunque ogni acquisto fondamentalmente è un’acquisto di impulso. E’ anche risaputo che il numero di brand aumenta ma lo spazio espositivo (offline) resta lo stesso ne consegue che ottimizzare il controllo della propria presenza all’interno del punto di vendita è strategico.

Lo spazio lineare e il posizionamento a scaffale non sono le uniche logiche di ottimizzazione della presenza in store. Qui di seguito, Pierluigi Casolari, Founder CheckBonus, l’APP di proximity marketing che permette agli utenti di guadagnare buoni sconto e gift card semplicemente entrando ed esplorando i punti vendita convenzionati, presenta  5 tecnologie e innovazioni che possono avere un impatto sulla visibilità del prodotto all’interno del punto di vendita e che concorrono a migliorare le possibilità di sellout dei brand:

Ibeacon

Non ci sono dubbi che la tecnologia ibeacon la fa da padrone quando si parla di proximity marketing. I piccoli e agevoli sensori beacon che possono essere disposti all’interno delle corsie di un supermercato o di un reparto di un megastore inviano notifiche push ai consumatori nei paraggi che hanno scaricato una determinata app

Il beacon rappresenta il canale push in store per definizione – che consente di comunicare all’interno del punto di vendita, a breve raggio e quindi ideale per destare l’attenzione di un consumatore che si trova in corsia o in un piano di un department store. Non deve spaventare la meccanica push della tecnologia, solo gli utenti che hanno attivato il bluetooth ricevono la push notification. E’ quindi previsto un optin da parte del consumatore. Le push notification non arrivano, se non autorizzate.

Realtà Virtuale e Aumentata

Svariate catene hanno cominciato ad incorporare tecnologie di augmented reality e simulazione virtuale all’interno dei punti vendita. Da sempre la promessa dell’augmented reality è quella di aggiungere un layer digitale al mondo fisico e ai prodotti.  Secondo una ricerca del magazine Hardward Business Review la realtà aumentata e virtuale trasformeranno il retail. Già oggi si contano esempi interessanti.

Creative Guerrilla Marketing racchiude in questo post i 10 esempi più originali e interessanti di augmented reality nel retail. Tra queste ci piace ricordare il Shiseido Makeup Mirror, che consente al consumatore di fare una foto al proprio volto e di visualizzare sullo schermo gli effetti generati sul volto dalla linea di makeup di Shiseido. Shiseido – grazie a strumenti come questi – può ingaggiare il consumatore all’interno di spazi ad alto tasso competitivo come i department store, dove deve fronteggiare la concorrenza di decine di brand con lo stesso posizionamento.

QR Code e Barcode

Se il beacon è push – i QR Code e i barcode sono per definizione pull e non attivano nessun segnale o comunicazione a meno che non venga sollecitato dal consumatore. I packaging dei prodotti contengono QRcode e barcode che possono essere letti da app terze o app dei brand e scatenare forme di comunicazioni. Il QR code – utilizzabile con un’infinità di apps – può aprire landing page, form pages, concorsi etc. I barcode che accompagnano per definizione qualunque prodotto possono consentire di  richiamare informazioni sul prodotto. Oppure – se scansionati da app terze – possono consentire di raccogliere punti, rewards, deals e promozioni – esattamente come facciamo con CheckBonus, e come in US fanno app del calibro di iBotta e Shopkick

Social Showrooming

A volte trasformare una debolezza in un punto di forza è la strategia vincente. Per tanto tempo si è detto che l’online cannibalizza il retail fisico, generando il fenomeno del showrooming. Questo può però essere un punto di forza, in alcuni casi. La catena di scarpe e abbigliamento Nordstroom ha trasformato i camerini in luoghi social, all’interno dei quali i consumatori che provano le scarpe e i vestiti possono condividere con gli amici gli outfit o postare su Pinterest i loro prodotti preferiti.

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