Industria manifatturiera nel mondo, progredisce l’introduzione di Internet of Things in impianti e processi produttivi

di Andrea Trapani

Lo studio promosso da BDO rileva che la prevenzione del cybercrime e l’accesso al credito per Ricerca&Sviluppo rimangono però ancora sottovalutat

L’industria manifatturiera a livello globale accoglie con favore l’utilizzo della Internet of Things (IoT) adottando dispositivi intelligenti e dispositivi di intelligenza integrata per incrementare la produttività. La conferma arriva da un recente studio sull’utilizzo della IoT nel comparto manifatturiero, realizzato a livello globale dall’Istituto MPI e promosso dal network internazionale di revisione e consulenza aziendale BDO: il 72% degli operatori del manifatturiero nel mondo, infatti, ha visto aumentare la propria produttività, mentre il 69% ha confermato una maggiore redditività nel 2016 a seguito dell’implementazione di IoT in impianti e processi.1

In generale la IoT è indicata come driver di una migliore gestione ed efficienza produttiva, il 50% delle aziende partecipanti allo studio dichiara, infatti, di essere più competitiva grazie all’introduzione dell’IoT mentre il 14% dichiara avanzati progressi nell’adozione di IoT.

Tuttavia, i risultati della ricerca esclusiva di BDO mettono in luce che molti operatori del manifatturiero non hanno stanziato investimenti sufficienti per il rafforzamento del proprio comparto R&D, ricerca e sviluppo, e della sicurezza informatica, la cosiddetta cybersecurity. Infatti, lo studio rileva che la maggior parte delle imprese manifatturiere non sembra aver adottato né una strategia chiara per proteggere i propri dati e le proprie infrastrutture da attacchi di terze parti né soluzioni per mitigare i rischi associati alle vulnerabilità di IoT.  Lo studio di BDO sottolinea come 1 corporation su 5 del settore manifatturiero (20%) dichiara di non essere sicura dell’efficacia del programma di cybersecurity predisposto in azienda per l’IoT o di non ritenere pienamente affidabili le loro soluzioni per la sicurezza connessa all’IoT. Inoltre, circa 6 multinazionali manifatturiere su 10 (58%) non hanno pianificato o non stanno progettando di ricorrere a incentivi e a crediti fiscali relativi ai loro investimenti IoT, con una quota significativa, il 37%, che dichiara di non essere nemmeno al corrente che esistano incentivi in tema di R&D.

“Nessun operatore di mercato della manifattura, indipendentemente dalla dimensione o dalla abilità, è immune alla dirompenza della tecnologia. La domanda che le imprese si devono porre non è se possano permettersi di investire nel futuro del settore, ma invece se possano permettersi di non farlo” ha dichiarato Simone Del Bianco, managing partner di BDO Italia.

I produttori non pongono la corretta attenzione alla sicurezza dei dati della propria supply chain e dei prodotti – Poiché i cyber attacker spesso sfruttano le vulnerabilità di terze parti per accedere ai loro eventuali obiettivi, qualsiasi difetto di sicurezza nelle reti di fornitori dei produttori si trasforma in alto rischio. La maggior parte dei produttori sembra essere consapevole di queste potenziali vulnerabilità e ha implementato misure per affrontare attivamente e fattivamente il rischio di cybercrime perpetrato da terze parti, ma una quota significativa, il 27%, non dispone di una politica di sicurezza rivolta ai partner della supply chain e altri fornitori.

Gli operatori dell’industria manifatturiera non si avvalgono appieno dei crediti di R&S con i quali potrebbero finanziare l’innovazione nelle loro operazioni – Uno dei più grandi ostacoli per l’adozione dei cambiamenti tecnologici, compresa la IoT, è il suo finanziamento. La maggior parte dei produttori (79%) sta investendo nella IoT e quasi un terzo (31%) dichiara che il budget e le risorse da dedicare per l’applicazione della IoT sia la loro sfida più grande. Tuttavia, solo il 43% prevede di chiedere credito e incentivi fiscali per i loro sforzi di R&S relativi alla IoT, il che significa che la maggior parte dei produttori lascia inattivate preziose risorse finanziarie per il loro sostegno.

“Anche in Italia esiste ancora poca consapevolezza circa i crediti d’imposta e le agevolazioni per il comparto R&S, mentre invece il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo e il regime di tassazione agevolata dei diritti derivanti dall’utilizzazione di alcune tipologie di beni immateriali (il cosiddetto “Patent Box”) rappresentano alcune tra le più significative misure introdotte dal Governo italiano per incentivare le attività di ricerca e sviluppo e il conseguente vantaggio competitivo delle imprese del nostro Paese” ha commentato Del Bianco.

Le ultime rilevazioni Istat2, infatti, pur indicando che la spesa per ricerca e sviluppo in Italia aumenti sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil (1,38%), rivelano tuttavia che il valore è inferiore a quello della media europea (2,04%), ed è ancora distante dall’obiettivo nazionale “Strategia Europa 2020” (1,53%) e da quello europeo del 3%.

“L’Italia però si sta attrezzando e ha messo in campo una serie di misure fiscali per incentivare i progetti dell’innovazione delle imprese: la Legge di Stabilità 2015 ha infatti introdotto il Patent Box, un regime di tassazione agevolato per i redditi derivanti dall’utilizzo di asset intangibili che nel primo anno a regime ha visto depositate 4500 istanze; e il Credito d’Imposta per Ricerca e Sviluppo, una misura che con la Legge di Bilancio 2017 è stata considerevolmente rafforzata. Si stima che queste misure, congiuntamente ad altre legate al “Piano Industria 4.0” tra cui le misure a sostegno di start up e PMI Innovative, per il prossimo periodo fino al 2020, potrebbero far incrementare gli investimenti delle PMI in Ricerca e Sviluppo con volumi che potrebbero raggiungere oltre gli 11 miliardi di Euro, una media di circa 3 miliardi annui che significherebbe una crescita a doppia cifra rispetto ai livelli attuali” ha concluso Del Bianco.

 

Studio MPI Internet of Things promosso dal network BDO. L’indagine effettuata su circa 380 grandi operatori del settore manifatturiero nel mondo è stata condotta a livello internazionale nei mesi di novembre e dicembre 2016. Lo studio fornisce i dati circa il tasso di adozione nelle grandi corporation delle applicazioni IoT ed esplora le sfide e i benefici dell’implementare l’IoT nella propria impresa. L’executive summary dello studio è disponibile a questo link: http://bit.ly/2oGiTf7

2 Fonte: Istat, Rapporto “Noi Italia 2017”

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