Siete favorevoli al fioretto digitale? Il supersondaggione di Melog

by Redazione TecnoGazzetta

Il Santo Padre ha riconosciuto di essere un analfabeta digitale, di non avere nessuna esperienza di social e di non sapere nemmeno usare lo smartphone. Inoltre, sotto Quaresima, come ogni anno, molti sacerdoti predicano il digiuno digitale, chiedendo ai fedeli di astenersi dai social, dal web e dagli smartphone perché allontanano dalle cose importanti della vita e favoriscono la tentazione. Gianluca Nicoletti conduttore di Melog, in onda da lunedì a venerdì alle 12.10 su Radio 24, ha chiesto agli ascoltatori cosa ne pensano dell’astinenza digitale, se sono disposti a rinunciare agli smartphone, e se un fioretto di questo tipo faccia bene al corpo e all’anima. Tra le tre categorie identificate gli ascoltatori si sono divisi come segue:

1 – Cyber-penitenzieri (29%) Lo smartphone andrebbe eliminato, quando non lo usate vi sentite puliti dentro. Se proprio siete costretti ad averne uno, lo tenete quasi sempre spento.
2 – Digitalisti moderati (25%) Si all’uso dello smartphone ma solo per poche ore al giorno, a tavola e in compagnia non lo volete vedere e cercate di limitarne l’uso al lavoro e agli affetti più stretti.
3 – Connettivisti peccatori (46%) Ci dobbiamo adeguare ai tempi, oggi si vive con lo smartphone in mano e non possiamo isolarci. Che male c’è se ci scappa anche qualche occasione di piacere carnale?

Il rischio di questo sondaggio era che si risolvesse in un anticlericalismo di maniera. Il pubblico di Radio 24 ha invece saputo trattare l’argomento in maniera equilibrata, la tendenza generale è stata comunque quella di intendere il “fioretto digitale” come un velato tentativo di limitare la libertà individuale, o l’aprirsi a nuove esperienze e comportamenti pericolosi per chi segua i precetti di una vita “regolata”.  “I “Connettivisti peccatori” sono la categoria più votata dal pubblico (46%)- dice Gianluca Nicoletti conduttore di Melog su Radio 24 – ma chi si riconosce in questo modo d’essere però non lo assimila a un comportamento “irregolare”, ma piuttosto a una maniera di vivere la contemporaneità. Questo non ha impedito a i “Cyber penitenzieri” di classificarsi secondi nel sondaggio con una percentuale del 29% -prosegue Nicoletti- c’è da considerare però che in questa categoria si sono collocati anche portatori di un pregiudizio assolutamente laico nei confronti degli strumenti elettronici di socializzazione. Quelli che avvertono il rischio che si perda il senso delle relazioni “vere”, che sarebbero unicamente quelle che implicano il contatto fisico o il ‘guardarsi negli occhi’.” I “digitalisti moderati” (25%) sono la categoria meno votata, questo potrebbe confermare una tendenza a considerare gli apparati elettronici per comunicare attraverso la rete oggetti oramai “incorporati” e quindi parte integrante delle nostre azioni quotidiane.

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