Dietro le quinte del nuovo studio sui furti nel Retail in Europa

by Enrico Cremonese

Obiettivi condivisi e una innovativa metodologia di ricerca applicata, nel nuovo Barometro sullo stato della criminalità e delle differenze inventariali nel Retail, redatto dai ricercatori di Crime&tech con il supporto di Checkpoint Systems.

Checkpoint Systems, leader mondiale nelle soluzioni source to shopper per il settore retail, insieme a Crime&tech, spin-off di Università Cattolica del Sacro Cuore, lanciano il nuovo studio sulla sicurezza nel settore retail in Europa. Il nuovo Barometro riprende le ricerche già sponsorizzate dall’azienda negli ultimi 16 anni, ma introduce una metodologia di ricerca innovativa e già testata nel 2017 nello studio sulla sicurezza del retail in Italia.

L’indagine mira ad indagare il trend delle differenze inventariali legate a furti e non solo nei diversi settori merceologi, Paesi e regioni; identificare i fattori di contesto socio-demografici, economici e criminali; analizzare l’efficacia delle misure di sicurezza esistenti ed emergenti; stimare il costo totale delle perdite e il loro impatto su imprese e cittadini.

Crime&tech srl è lo spin-off di Università Cattolica specializzato nello sviluppo di analisi, modelli e applicativi per la valutazione, prevenzione e riduzione dei rischi connessi a sicurezza e criminalità. Nasce nel 2015 dall’esperienza di Transcrime, il centro interuniversitario dell’Università Cattolica fondato nel 1994 dal Professor Ernesto Ugo Savona. Transcrime ha condotto più di 100 progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale su tematiche legate a criminalità organizzata, economica e appropriativa, diventando nel tempo un centro di riferimento a livello mondiale.

Come ha spiegato il Prof. Ernesto Ugo Savona, CEO di Crime&tech: “Negli ultimi anni è cresciuta la domanda di strumenti di comprensione e prevenzione più applicati: questa esigenza di trasformare la componente progettuale della ricerca in modelli concreti ha portato alla fondazione di Crime&tech. I nostri servizi si focalizzano sulle diverse aree del crimine, da quello organizzato a quello economico, passando per gli ambiti del riciclaggio, del contrabbando e dei delitti di tipo appropriativo (come i furti in negozi e abitazioni).

La necessità si tramuta in “tool” e sono già diverse le realtà che grazie al lavoro di Crime&tech hanno a disposizione oggi banche dati e strumenti utili a monitorare le proprie attività sia in ambito pubblico, come enti locali o pubbliche amministrazioni, che privato come banche o assicurazioni”.

Un team di circa trenta persone lavora nella sede di Via San Vittore a Milano, fornendo background e competenze differenti. Continua Savona: “Tra i nostri ricercatori ci sono sociologi, economisti, giuristi, informatici, esperti in relazioni internazionali e specialisti in data science, tutti impegnati nell’obiettivo comune di raccogliere, studiare e analizzare i diversi lati e le molte sfaccettature del crimine”.

Crime&tech e il centro Transcrime si avvalgono di una rosa di partner di altissimo livello, istituzionali e non, come Europol, United Nations Office on Drugs and Crime, Commissione Europea, la Direzione Investigativa Antimafia, alcuni Ministeri (Interno, Giustizia), Agenzie delle dogane e dei Monopoli, Università in Italia e all’estero (Palermo, Perugia, Bologna, Politecnico di Milano, University of Cambridge, University of Amsterdam, Hebrew University of Jerusalem), Regioni (Lazio, Lombardia), Banca d’Italia, Leonardo, IBM, Bureau Van Dijk, InfoCamere e Cerved,  tra gli altri.

Sono peraltro diversi i progetti europei che in questi ultimi anni Crime&tech ha portato avanti e che hanno dato origine a piattaforme e sistemi avanzati, oggi utilizzati da importanti interlocutori. Citiamo ad esempio Alice, il sistema di supporto sviluppato per gli agenti doganali, che permette di identificare potenziali prodotti illeciti del tabacco, o i modelli di rischio in ambito compliance, che permettono ad esempio alle banche di valutare il rischio riciclaggio dei propri clienti o alle imprese private di monitorare il rischio di infiltrazione criminale dei loro fornitori.  In Italia citiamo ad esempio gli studi sulle infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia del Lazio e nelle province di Vibo Valentia e Crotone che hanno mappato la presenza della criminalità organizzata nell’economia regionale e provinciale, sia a livello territoriale che di settore economico.

“Crime&tech srl è una realtà italiana, ma dal respiro europeo – afferma Marco Dugato, socio fondatore di Crime&tech –  Seguiamo una metodologia di ricerca che ci dà modo di sviluppare strumenti utili per diversi interlocutori, istituzionali e privati, ai quali siamo in grado di fornire non solo dati e analisi di valore aggiunto, ma anche strumenti applicativi utili quali algoritmi, software e modelli predittivi del rischio”.

Uno dei settori ai quali Crime&tech si rivolge è certamente il Retail e proprio da questa comune attenzione al settore nasce la collaborazione con Checkpoint Systems, iniziata lo scorso anno in occasione dello studio “La Sicurezza nel Retail in Italia”, a cui ha contribuito anche il Laboratorio per la Sicurezza.

Spiega Lorella Garofalo, ricercatrice a Crime&tech e responsabile dello studio: “Fin da subito è apparsa chiara la condivisione di obiettivi e vision tra le nostre due realtà. Checkpoint ha da subito creduto nell’esigenza di un maggiore approfondimento in termini di informazioni e dati per identificare e allocare i reali bisogni di sicurezza. Sponsorizzare la nostra ricerca significa rendere un servizio a tutto il mondo del Retail. Siamo allineati, inoltre, con Checkpoint sulla metodologia da seguire non solo per svolgere la ricerca, ma anche per comunicarla. Crediamo che la solidità dello studio si dimostri anche attraverso il messaggio che porta alle aziende; i risultati della survey devono essere il più possibile comprensibili ed esaustivi, oltre che rispecchiare fedelmente la realtà indagata. Ci auguriamo, insieme a Checkpoint, che i Retailer possano comprendere a fondo i benefici di questa ricerca, per parteciparvi quindi con la consapevolezza del grande valore fornito tramite la propria adesione, nell’ottica di un continuo miglioramento della conoscenza del settore, a beneficio di tutti”.

In questa prospettiva di costante perfezionamento il nuovo Barometro 2018 adotta una metodologia innovativa, puntando a raccogliere non solo informazioni attraverso la somministrazione di un questionario (approccio tradizionale), ma anche micro-dati forniti a livello dei singoli punti vendita dei principali Retailer degli 11 Paesi selezionati (Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Spagna, Svezia e Regno Unito).

Ha commentato il Direttore Sicurezza del Gruppo Iper e membro dell’advisory board dello Studio, Alessandro Marangoni: “Il maggiore sviluppo del retail e l’approccio sempre più consapevole ed esigente dei clienti, determinano la raccolta puntuale dei dati di interesse e la loro conseguente analisi da condurre con metodo scientifico, al fine di offrire sempre maggiore Sicurezza al mondo stesso del Retail. In tale contesto, assumono particolare rilevanza la professionalità delle Risorse Umane impiegate nel settore della Sicurezza e la tecnologia adottata a supporto del rilevamento dei dati, nonché l’affidabilità di una struttura capace di condurre l’attività di ricerca e di analisi complessiva.

Dall’incontro e dal confronto potranno nascere format di grande utilità per l’individuazione di nuove strategie e nuovi orizzonti di azione nel mondo del retail”.

La release dello studio è prevista per la prima parte del 2019.

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