Trappole sui social network: al via la Campagna informativa della Rete ECC-Net

di Valerio Longhi

Ogni giorno, sui social network, i consumatori europei si imbattono in annunci pubblicitari mirati che presentano offerte allettanti. Facebook, Youtube e i social in genere costituiscono infatti dei mezzi rapidi ed efficaci per raggiungere i consumatori e presentare loro offerte irresistibili, ma per alcune società rappresentano ghiotte occasioni per proporre abbonamenti trappola, sottrarre denaro o dati personali con il phishing.

Nell’Unione Europea, Regno Unito, Norvegia e Islanda, la rete dei Centri Europei Consumatori ECC-Net assiste gratuitamente i consumatori vittime di tali trappole poste in essere sui social da aziende senza scrupoli.

Secondo un recente studio condotto dalla Commissione Europea[1], il 56% dei consumatori europei e il 58% di quelli italiani sono incappati in simili meccanismi negli ultimi due anni. La più comune trappola social consiste nell’indurre il consumatore a sottoscrivere abbonamenti o ad acquistare beni che poi risultano contraffatti, indisponibili o del tutto inesistenti.

Durante il mese di febbraio, la rete ECC-Net affronterà proprio questo argomento nell’ambito della campagna celebrativa del quindicesimo anno della propria attività, avviata nel mese di Gennaio e che coprirà l’intero anno 2020, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei consumatori su dodici tematiche chiave in materia di consumo.

Gli annunci – e le prove – scompaiono senza lasciare alcuna traccia
Uno dei suggerimenti che la rete ECC-Net  fornisce attraverso la campagna, è quello di  fare uno screenshot con il proprio telefono prima di cliccare sull’allettante annuncio. Successivamente infatti potrebbe risultare molto difficile reperire tracce della trappola in cui si è incappati, poiché l’annuncio sparisce un istante dopo il click.

Uno dei maggiori problemi che riscontriamo è rappresentato dal fatto che i consumatori che si rivolgono al nostro Centro per assistenza, sono sprovvisti di qualsiasi prova o traccia dell’annuncio, di conseguenza non abbiamo concreti elementi probanti da opporre al professionista o da fornire all’Antitrust e alla polizia postale se non il numero di reclami ricevuti. Ecco perché abbiamo deciso di focalizzare la campagna informativa su tale aspetti affinché trappole di tal genere non restino impunite e non proliferino ulteriormente”, afferma Maria Pisanò, direttore del Centro Europeo Consumatori Italia.

I social rappresentano spesso i canali ideali per adescare i consumatori con delle offerte troppo vantaggiose per essere reali.

Quando scorriamo le bacheche dei nostri social, siamo spesso di fretta, disattenti o impegnati a fare altro nello stesso momento. Ciò fa sì che dimentichiamo totalmente di fermarci a riflettere e di osservare criticamente l’offerta che ci viene presentata”, continua Maria Pisanò.

I consumatori diventano vittime di sottili stimoli psicologici che li inducono ad agire impulsivamente, senza riflettere come accade per i concorsi a premi o prove gratuite che appaiono particolarmente vantaggiose.

Il nuovo sistema di allerta europeo
I diritti dei consumatori godono oggi di una migliore tutela grazie al nuovo meccanismo di segnalazioni esterne recentemente adottato dalla Commissione Europea con la revisione del regolamento CPC (Consumer Protection Cooperation Network). Tale meccanismo ha notevolmente accresciuto l’efficacia della cooperazione transfrontaliera tra le varie autorità nazionali di enforcement.

La rete dei Centri Europei Consumatori, con i suoi trenta punti di contatto in trenta differenti paesi, ricopre un ruolo di fondamentale importanza quale interlocutore privilegiato delle autorità facenti parte del meccanismo di allerta.

Dobbiamo attivarci in ogni modo possibile per impedire ad aziende fraudolente di sfruttare i social network come rapido canale di accesso ai consumatori e che questi continuino ad essere vittime delle loro trappole. Il primo fondamentale passo da compiere è smascherare i truffatori e possiamo farlo solo con l’aiuto dei consumatori” conclude Maria Pisanò.

 

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