A cura di Nicola Venditti, Business Development Manager di Tink
Non è un mistero che l’Europa sia ancora nel mezzo di una crisi che sta modificando il costo della vita: molti consumatori stanno soffrendo per l’inflazione che ne deriva e di conseguenza si rivolgono alla propria banca per ottenere supporto. Secondo una recente indagine commissionata da Tink nel vicino Regno Unito, circa il 46% degli adulti britannici (una stima di circa 25 milioni di persone) riesce a malapena ad arrivare a fine mese, temendo che il proprio reddito non sia più sufficiente per coprire le spese essenziali. Dunque, è più importante che mai che le banche comprendano le reali necessità dei propri clienti e li guidino con gli strumenti più adatti fuori dalla tempesta.
Una conoscenza puntuale delle proprie finanze, d’altronde, è il primo passo per prendere delle conseguenti decisioni oculate. Ma, continuando a esaminare l’esempio britannico, molti consumatori gestiscono ancora le proprie finanze con strumenti basic e più di un terzo (il 36%) dichiara di avere solo una conoscenza approssimativa delle proprie entrate e uscite. Solo fornendo ai propri clienti l’accesso a consulenze e servizi finanziari personalizzati, le banche potranno aiutare i clienti in difficoltà prima che la loro situazione finanziaria si aggravi ulteriormente.
L’open banking, in dettaglio, offre alle banche un’opportunità unica per aiutare chi è finanziariamente a rischio. Questo perché mette a disposizione un approccio personalizzato ai servizi finanziari, ampiamente accessibile attraverso strumenti digitali semplici.
Dato che molti consumatori hanno conti correnti, conti di investimento e carte di credito presso fornitori differenti, è difficile disporre di una visione a 360 gradi delle proprie finanze. Ma in questo nuovo mondo, grazie al quale è più semplice accedere ai dati da una banca ad un’altra o da una banca ad una terza parte, diventa più facile anche paragonare servizi e prezzi, offrendo un vantaggio immediato ai consumatori. Allo stesso tempo, le banche possono diventare più competitive presso il proprio target group e, quindi, conquistare nuovi clienti in modo più semplice.
C’è un chiaro incentivo commerciale che dovrebbe indurre le banche ad offrire questa tipologia di supporto: oltre un terzo degli intervistati con maggiori difficoltà finanziarie (35%) ha dichiarato che opterebbe per una nuova banca se questa offrisse un supporto finanziario su misura, e quasi la metà (il 44%) sceglierebbe un nuovo istituto finanziario se fosse in grado di fornire consigli su dove risparmiare. Appare chiaro come le opportunità che l’open banking offre ai player del settore siano connesse a stretto filo a quelle offerte ai clienti finali, in un’indissolubile catena di vantaggi.
Oggi, per guadagnare la fiducia di un cliente non basta più salvaguardare i suoi conti, ma bisogna creare valore reale, offrendogli un servizio innovativo ed una relazione che lo metta al centro. Chi non si accorge di questo cambiamento, resterà per forza di cose indietro.
Ecco perché è essenziale aiutare ulteriormente le banche ad agire. Sia per proteggere i clienti finanziariamente vulnerabili, sia per dare più appeal alla loro offerta commerciale. I tempi sono incerti, ma grazie alla fiducia dei clienti, all’esperienza centenaria delle banche e alle nuove tecnologie abilitate dall’open banking, il settore finanziario ha tutto ciò che serve per attraversare con sicurezza questa tempesta e uscirne più forte che mai una volta terminata.
Nota
Tutti i dati citati nell’articolo fanno riferimento alla ricerca condotta per Tink da Censuswide che ha intervistato 2.010 consumatori del Regno Unito (rappresentativi a livello nazionale) tra il 17 e il 19 gennaio 2023.