Toscana: livelli di assunzione, settori industriali e competenze digitali

by Valerio Longhi

LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019, focus Toscana: assunzioni in crescita nell’ultimo anno secondo gli HR dell’intera Italia, e in Toscana. Risulta necessario promuovere lo sviluppo delle competenze digitali tra i professionisti, soprattutto tra le donne, per affrontare le sfide del lavoro del domani.LinkedIn

, la più grande rete professionale al mondo, rivela oggi i dati regionali relativi alla Toscana del Recruiter Sentiment Italia 2019, una nuova ricerca, la prima nel suo genere a livello globale e locale, che delinea le principali tendenze del mercato del lavoro in Italia e in Toscana, e il livello di fiducia dei recruiter nella selezione dei profili più idonei per le posizioni professionali oggi disponibili nel nostro paese.

La ricerca, a cura della società Coleman Parkes, è stata svolta su un campione di oltre 300 responsabili delle Risorse Umane in aziende e agenzie di lavoro provenienti da diverse parti d’Italia, compresa la Regione Toscana, e attivi in otto settori industriali.

Il livello di assunzioni nel nostro paese è in crescita e i responsabili HR italiani sono fiduciosi di poter trovare i candidati più corretti per i diversi settori professionali disponibili

Tra i principali dati della ricerca, emerge che, esattamente il 50% dei recruiter italiani sottolinea un aumento di assunzioni in Italia durante l’ultimo anno, il 40% considera il nostro mercato del lavoro stabile, e solo il 10% dei rispondenti ha sottolineato una decrescita del mercato del lavoro in Italia. Più nello specifico, per coloro che hanno notato un aumento delle assunzioni dall’inizio del 2018, il 37% ha visto un aumento dell’1-10%, il 25% un aumento dell’11-20% (con una crescita media complessiva dei posti di lavoro pari al 22%).

In Toscana: In Italia, la Toscana è una delle regioni più positive, con il 54% dei recruiter che sostiene che le assunzioni siano aumentate nel corso del 2018.

Per i responsabili HR italiani, i principali motivi per i quali si è assistito ad un aumento dei tassi di assunzione sono stati legati ad una crescita generale del business in Italia (57%), la disponibilità sul mercato di candidati con il giusto livello di competenze (48%) e le necessità specifiche dei singoli settori industriali (39%), e una effettiva maggiore disponibilità di posti di lavoro non ancora ricoperti negli anni precedenti (35%). D’altro canto, dall’inizio del 2018, il 52% degli HR intervistati hanno percepito una quantità maggiore di aspiranti lavoratori rispetto ai posti di lavoro effettivamente disponibili. Per il residuo 10% dei recruiter che, invece, hanno notato una diminuzione dei tassi di assunzione dall’inizio del 2018, i principali motivi erano: mancanza di talenti disponibili sul mercato e adeguatamente preparati (40%), rallentamento della crescita del business (37%), assenza di strumenti e processi di selezione adeguati (30%) e processi di selezione troppo lunghi e complessi (30%).

Nonostante ciò in linea generale, il 58% dei professionisti italiani del settore HR si sentono molto o estremamente fiduciosi nella propria capacità di reclutare i candidati più idonei per i propri clienti o la propria azienda.

In Toscana: Anche in questo caso, la Toscana è la regione più fiduciosa all’interno del panorama italiano. In Toscana, infatti, il 42% dei professionisti delle HR si sentono fiduciosi nella propria capacità di reclutare candidati idonei. Nel resto d’Italia, le percentuali sono nettamente inferiori, specialmente al Sud, con Campania e Sicilia rispettivamente al 30% e 32%.

Settori industriali e livelli professionali: l’Italia è ancora il paese della manifattura e c’è una forte richiesta di apprendisti e profili junior.

Per quanto riguarda i settori industriali, la ricerca di LinkedIn ribadisce la tradizione artigianale e manifatturiera dell’Italia, infatti, è proprio il manifatturiero a far registrare il più alto tasso di assunzioni (con il 49% delle risposte) secondo l’opinione dei recruiter italiani; seguito dal settore tecnologico legato alla produzione di software con il 45%, poi sempre il Tech ma relativo ai servizi (44%) e il food & beverage con il 37% delle preferenze.

In Toscana: Anche in Toscana, il settore a far registrare il più alto tasso di assunzioni è il settore manifatturiero, con una schiacciante percentuale del 71%, più alta del 20% rispetto al resto delle regioni italiane. Le stesse considerazioni, però, non possono essere fatte per gli altri due settori, tecnologico legato alla produzione di software (35%) e Tech relativo ai servizi (24%). In questo caso, quindi, la Toscana si dissocia dal panorama italiano a favore di un settore perfettamente in linea con la cultura regionale. Nel food & beverage, invece, la percentuale si alza al 41%, in linea con le altre controparti dello scenario italiano.

I settori nei quali i professionisti del lavoro hanno trovato maggiore difficoltà a trovare i giusti candidati, durante il 2018, sono stati il finance & banking (32%), l’IT legato alla produzione di hardware (30%), l’istruzione (29%), media e comunicazione (29%) e la sanità (29%).

In Toscana: In questo caso, i recruiter toscani la pensano diversamente rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane: solo il 6% ritiene che il settore del finance & banking sia il settore nel quale vengono riscontrate maggiori difficoltà a trovare i giusti candidati. Nel settore IT legato alla produzione di hardware la percentuale si alza al 24%, restando comunque più bassa rispetto al resto d’Italia. Il settore dell’istruzione (35%), invece, è considerato dai responsabili HR toscani come uno dei settori più difficili in termini di recruiting di candidati idonei, insieme al settore della logistica (35%) e dell’automotive (35%).

Per quanto concerne i livelli professionali, nell’ultimo anno in Italia la maggior parte di disponibilità sul mercato sono relative alle posizioni di stage e apprendistato (47%), seguiti dai profili entry level (46%), junior manager (43%) e middle management (39%).

Le digital skill sono sempre più fondamentali nel mercato del lavoro contemporaneo, e in questo campo gli aspiranti lavoratori italiani risultano ancora impreparati, soprattutto le donne

Ma, nonostante una crescita del mercato e dei posti di lavoro disponibili, i lavoratori italiani denunciano ancora diverse carenze in termini di soft skill e digital skill, competenze sempre più fondamentali per trovare lavoro e crescere professionalmente in un mondo sempre più fluido e dinamico, connesso e legato all’evoluzione delle tecnologie e delle intelligenze artificiali. Le regioni italiane dove si registra maggiore richiesta di candidati con adeguate competenze digitali sono la Lombardia (51%), il Lazio (30%), mentre per la Toscana solo il 18%.

La ricerca Recruiter Sentiment di LinkedIn conferma ancora di più queste considerazioni. Infatti, secondo i responsabili HR italiani tra le competenze professionali fondamentali oggi per entrare e crescere nel mercato del lavoro vi sono: le competenze in ambito tecnologico e di coding (15%), con i recruiter campani in prima linea con la percentuale più alta rispetto ai rispondenti delle altre regioni d’Italia (26%), la capacità di gestire in maniera adeguata le funzioni del pacchetto Microsoft Office (14%), le competenze nell’ambito dei social media (12%), il web design (11%) e l’analisi dei dati (data analytics) al 10%. E i settori industriali nei quali queste competenze risultano ancora più importanti sono il finance (93%), l’amministrazione (90%), il settore travel (85%) e la sanità (83%).

Pensando all’odierna forza lavoro disponibile in Italia, i recruiter italiani affermano che le competenze che mancano maggiormente ai professionisti italiani sono proprio le competenze in ambito tecnologico e di coding (36%), le capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%).

In Toscana: In linea con i colleghi delle altre regioni italiane, anche i recruiter toscani sostengono che le competenze che mancano maggiormente ai professionisti italiani sono le competenze in ambito tecnologico e di coding (40%), le capacità di problem solving (44%), la creatività (38%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (40%), la capacità di collaborazione (32%) e il senso di leadership (28%).

L’importanza di questo mix di hard e soft skill è confermata anche da una recente ricerca di LinkedIn dedicata alle competenze maggiormente richieste dalle aziende per il 2019 nella quale, nello specifico, emerge che la creatività, la collaborazione e il time management sono tra le 5 soft skill maggiormente richieste oggi in ambito business.

A carattere generale, il 40% dei recruiter italiani pensa che non vi siano abbastanza candidati con le giuste competenze digitali rispetto ai posti di lavoro disponibili. Questo elemento, considerando anche le prospettive dettate dalla Commissione Europea nell’ambito delle competenze digitali fin dal 2016, conferma ancora di più che in Italia, ancora oggi, ci sia ancora molto da fare per raggiungere il traguardo di una corretta formazione in ambito digitale fin dagli anni della formazione primaria e secondaria, per preparare al meglio le nuove generazioni a cogliere le migliori opportunità di lavoro del prossimo futuro.

E nello specifico, per quanto riguarda le digital skill, il 45% dei responsabili HR italiani dichiara che vi siano più candidati uomini dotati di competenze digitali rispetto alle donne (contro appena il 25% che al contrario pensa che vi siano più donne “digitalmente preparate”). Ancora di più oggi, questa è una difficoltà da mitigare quanto prima, considerando anche la persistente disparità di genere presente nel nostro paese, come evidenziato anche dal recente Global Gender Gap Report del World Economic Forum (che posiziona l’Italia al 70esimo posto su 149 Paesi), con solo il 28% delle donne impiegate in Italia negli ambiti lavorativi legati alle intelligenze artificiali (AI), settore di business indicato come tra quelli a più alto potenziale di crescita da qui ai prossimi anni.

In ultima analisi, ai responsabili HR italiani è stato chiesto di indicare quali siano le principali barriere quando si tratta di costruire team di lavoro o assumere singoli talenti dotati di competenze digitali. A tal proposito gli intervistati hanno indicato come maggiore difficoltà il trovare il corretto equilibrio tra l’esperienza richiesta dalle aziende e lo stipendio desiderato dai candidati (49%); dato seguito dallo squilibrio esistente tra la velocità alla quale si muove oggi l’innovazione tecnologica rispetto al reale livello di preparazione dei candidati (43%); seguito in terza battuta dall’impossibilità di trovare candidati con le giuste competenze giuste (41%); e, in ultima istanza, la difficoltà a formare gli attuali candidati per le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro (38%).

Le soluzioni di LinkedIn utili per gli utenti della piattaforma, i recruiter e le aziende

In un mercato del lavoro dove è sempre più complesso riuscire a far combaciare la ricerca del lavoratore “perfetto” rispetto alle aspettative, in termini di carriera e tipologia di impiego, da parte dei candidati, diventa sempre più necessario per i responsabili delle Risorse Umane, in azienda come nelle agenzie specializzate nella somministrazione di lavoro, avere a disposizione contenuti, dati e piattaforme, utili a migliorare e velocizzare i processi di selezione. Per rispondere a questa esigenza, di recente LinkedIn ha lanciato LinkedIn Talent Insights, uno strumento che comprende al suo interno oltre 610 milioni di professionisti, 30 milioni di aziende e 20 milioni di offerte di lavoro, creato con lo scopo di aiutare gli HR manager e le aziende a pianificare le attuali e future esigenze per l’attività di selezione del personale, trovare reali talenti digitali anche nei luoghi più inattesi, e creare team di lavoro diversificati grazie agli strumenti incorporati nella piattaforma dedicati proprio alla diversity. Per i membri del network alla ricerca di un nuovo lavoro, LinkedIn offre anche strumenti utili ad incrementare le proprie conoscenze relative alle hard e soft skill (come ad esempio il Cloud Computing, il Machine Learning, la Collaboration, etc.).

 

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