Dell Technologies ha presentato i risultati dello studio neuroscientifico Brain on Tech, realizzato insieme a EMOTIV, società australiana specializzata in bioinformatica e tecnologia, e in ricerche neurologiche.
Insieme, Dell Technologies ed EMOTIV hanno realizzato una serie di esperimenti per misurare le reazioni di alcuni utenti, di età e livelli di alfabetizzazione informatica differenti, nello svolgere attività al PC, sotto la pressione del tempo e la prospettiva di una ricompensa una volta completati i compiti, e in due differenti condizioni sperimentali: “Bad Computer”, ovvero con notebook di scarsa qualità, poco affidabili e con dei bug e “Good Computer”, con pc nuovi, ad alte prestazioni e schermi tali da semplificarne l’esperienza dell’utente. I livelli di stress, concentrazione, eccitazione e frustrazione dei partecipanti sono stati valutati in tempo reale grazie agli algoritmi di machine learning proprietari di EMOTIV.
“Grazie alla tecnologia ci connettiamo, impariamo, lavoriamo e svolgiamo molte delle nostre attività quotidiane” ha affermato Livio Pisciotta, CSG Sales Manager Dell Technologies Italia. “Ma proprio perché ci affidiamo sempre di più alla tecnologia, le sue performance ci condizionano. Questa ricerca ci aiuta a comprendere meglio le esigenze degli utenti e a indirizzare le innovazioni sulla base delle loro esigenze.”
Le principali evidenze emerse dallo studio tracciano uno scenario inedito: il livello di tecnologia (efficienza, velocità, facilità di utilizzo, ecc) impattano positivamente o negativamente non solo sulla produttività, ma anche su benessere e sui livelli di stress degli utenti/dipendenti.
- I dipendenti che utilizzano una tecnologia “buona” possono aumentare la propria produttività del 37%;
- Per ogni ora lavorata, la “buona” tecnologia può far risparmiare a un dipendente 23 minuti all’ora, ovvero quindici ore in una settimana lavorativa di 40 ore.
- Al contrario, una “cattiva” esperienza tecnologica ostacola le performance dei dipendenti e influisce negativamente per +30% sulla sua produttività, a prescindere dalla sua capacità di utilizzare gli strumenti informatici.
- Ci sono poi impatti generazionali. Sui Millennial più giovani e sulla Gen Z (i ragazzi con meno di 26 anni), una cattiva esperienza tecnologica impatta negativamente il doppio rispetto a quanto accade ai colleghi più maturi;
- L’eccitazione provata dai partecipanti allo studio nel ricevere computer nuovi e meglio funzionanti è stata maggiore di quella provata quando hanno ricevuto la ricompensa pattuita;
- Per riprendersi dallo stress generato dall’aver interagito per l’intera giornata lavorativa con dei pc meno performanti, i partecipanti hanno avuto bisogno del triplo del tempo rispetto a chi ha vissuto momenti meno stressanti, anche ascoltando musica rilassante;
- Anche un aggiornamento improvviso del sistema genera stress: dallo studio emerge che i dipendenti che hanno a che fare con questi episodi durante la loro giornata lavorativa si sentono doppiamente stressati, e lo sono per il 30% in più rispetto a chi viene per esempio invitato a cantare una canzone in pubblico.
- I problemi di password per accedere al computer sotto la pressione del tempo aumentano del 31% lo stress, in soli cinque secondi.
- La perdita di un foglio di lavoro aumenta in soli 8 secondi i livelli di stress del 17%.
Oggi, il remote working porta a vedere il PC come unico collegamento che i dipendenti hanno con la loro azienda: viene utilizzato non solo per lavorare, ma anche per interagire con i clienti o con i colleghi, in modo da sentirsi parte di una comunità.
“Questa è una considerazione che tutte le aziende, dal board ai responsabili della divisione IT o delle Risorse Umane deve fare” prosegue Livio Pisciotta. “La ricerca Brain on Tech dimostra come il fornire ai propri dipendenti una tecnologia solida e funzionante non solo porta a una maggiore produttività, ma ha un impatto anche sul loro benessere e sul loro senso di appartenenza all’azienda. La tecnologia aiuta ad avere dipendenti produttivi, soddisfatti e lontani dal pericolo di burnout”.
Per le aziende, si tratta di adottare alcuni accorgimenti; ad esempio, dotare tutti i dipendenti della giusta tecnologia per svolgere le loro mansioni, compresi software e periferiche, dare la possibilità di personalizzare alcune impostazioni, per essere maggiormente in linea con le esigenze dei dipendenti.
In questo senso, soluzioni e servizi come PC as a Service (PCaaS) possono aiutare a rendere più moderna l’esperienza dei dipendenti, con costi basati su abbonamento e senza investimenti iniziali, oppure fornire ai dipendenti tecnologie gestibili facilmente, che necessitano di solo un minimo set-up; o ancora dotare i pc di software che, basati su intelligenza artificiale (come Dell Optimizer), migliorano e ottimizzano automaticamente applicazioni, batteria e impostazioni in modo che i dipendenti abbiano un’esperienza senza soluzione di continuità con meno interruzioni ed infine incoraggiare la loro flessibilità durante la giornata lavorativa.