Sviluppatori, il lavoro è anche un hobby per 9 su 10

by Redazione TecnoGazzetta

L’85% è soddisfatto ma cambierebbe per stipendi più alti e crescita professionale

Per quasi 9 sviluppatori su 10 il proprio lavoro è anche un hobby e una passione e il 46% ammette di dedicarsi alla programmazione anche oltre l’orario d’ufficio. La grande maggioranza dei developer (85%) è contenta sul posto di lavoro, ma prenderebbe in considerazione nuove opportunità con uno stipendio più alto (26%), occasioni di crescita professionali nel nuovo team (21%), mansioni più stimolanti (17%), un ambiente di lavoro adatto all’apprendimento (16%) e la possibilità di lavorare da remoto (15%).

Sono alcuni dei risultati dell’indagine “Il Quadrato dei developer”** che Codemotion, piattaforma di riferimento per la crescita professionale dei developer e per le aziende in cerca dei migliori talenti in ambito tecnologico, ha commissionato a Gli Squadrati, realtà specializzata in ricerche e analisi semiotiche, con l’obiettivo di aiutare le imprese a conoscere sempre più da vicino gli sviluppatori, fotografandone l’approccio alla professione e al mercato del lavoro.

“L’indagine evidenzia come gli sviluppatori siano una categoria di professionisti che ama svolgere il proprio lavoro con passione, al meglio delle proprie possibilità, in un ambiente che offra loro possibilità di apprendimento e crescita”, afferma Chiara Russo, CEO e Co-Fondatrice di Codemotion. “Le imprese che vogliono vincere la competizione e attrarre i migliori developer devono, quindi, saper offrire ciò che essi realmente cercano: incarichi e retribuzioni adeguate alla loro professionalità, in un ambiente stimolante”.

L’identikit degli sviluppatori – Gli sviluppatori intervistati da Codemotion sono equamente distribuiti a livello geografico tra Nord ovest/Nord est, Centro, Sud e Isole. Il 77% lavora come dipendente, in particolare come Full Stack Developer (39%), Back End Developer (20%) e Front End Developer (14%). Sette su dieci hanno appreso i linguaggi della programmazione da autodidatta, il 57% all’università, il 52% lavorando come apprendista, il 51% si è formato attraverso corsi online. Tra gli strumenti che i developer considerano più utili per la formazione e l’aggiornamento, al primo posto ci sono blog e siti di informazione (79%), seguiti da webinar (59%), profili social qualificati (59%), libri (47%) ed eventi di settore (46%).

Il panorama delle sviluppatrici – Le developer compongono il 13% del campione totale intervistato: l’abilità che contraddistingue il 48% di loro è la capacità di analisi e pianificazione. Le sviluppatrici considerano caratteristiche necessarie per il lavoro anche il saper individuare la soluzione più efficace (79%), lavorare in team (72%), dialogare con i colleghi e con il cliente (62%). Per quanto riguarda le abitudini professionali, il 55% di loro si aggiorna partecipando a eventi con persone del settore e il 48% segue corsi. Raramente, però, si dedicano alla programmazione fuori dal lavoro.

Il quadrato dei developer – L’indagine ha individuato 4 tipologie di developer, che si differenziano per specializzazione, esperienza professionale, età, genere, luogo di residenza e per alcune soft skill, quelle che gli sviluppatori definiscono come i propri “super poteri”. Le più importanti sono la capacità di analisi e pianificazione (indicata dal 39% del campione), di ideare soluzioni creative (27%) e condividere il sapere con il proprio team (17%).
Il profilo più numeroso è quello dei Radical Geek (42%): chi appartiene a questa tipologia è generalmente un Full Stack Developer, con esperienza da 3 a 8 anni, residente al Sud e nelle Isole. Raramente resta a lavorare fuori orario e si dice “moderatamente” appassionato di programmazione.

Il secondo profilo più popolato (30%) è quello nominato Crazy Bit Manipulator, che si riconosce l’abilità di ideare soluzioni creative per risolvere le sfide professionali: sono soprattutto uomini, 41-55 anni, residenti nel Nord Est e liberi professionisti; gli sviluppatori in questo gruppo sono piuttosto soddisfatti della propria attività e «super-appassionati» di programmazione, tanto da rimettersi spesso al computer fuori dall’orario di lavoro.

Knowledge Dispenser, orientati all’ascolto e bravi a condividere il proprio sapere con i colleghi, sono il 18% degli intervistati: sviluppatori con esperienza superiore ai 12 anni, che abitano nel Nord Ovest, lavoratori dipendenti con una laurea triennale.

Infine, uno sviluppatore su 10 si riconosce nel profilo di Chief Trouble Solver, il cui «superpotere» è realizzare pragmaticamente le richieste del team: ci sono soprattutto donne in questa tipologia, professioniste Junior tra 26 e 40 anni, abili nell’apprendere, ma non particolarmente “fantasiste” né appassionate di sfide complesse.

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