La crescita professionale è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese
L’attuale contesto storico – che vede l’economia italiana in fase post-Covid, con l’inflazione in aumento e la prospettiva di una flessione macroeconomica – porta molte aziende ad entrare in “modalità sopravvivenza”. Storicamente, infatti, nei periodi di incertezza economica, vengono sacrificati i progetti di Learning & Development, spesso considerati non essenziali. Molte aziende tagliano i budget e la pianificazione a lungo termine per affrontare nell’immediato le priorità e gli aspetti critici di breve termine, non considerando che è proprio in queste fasi che la fidelizzazione dei dipendenti diventa cruciale.
Mentre alcuni lavoratori mirano a un aumento di stipendio per far fronte al carovita, sono in molti a rivalutare le proprie priorità, cercando, per esempio, un maggiore flessibilità e altre opportunità di crescita: aspetti che hanno causato il recente fenomeno della “Great Resignation”. Quando i dipendenti non si sentono valorizzati, decidono, infatti, di abbandonare l’attuale posto di lavoro alla ricerca di un nuovo datore di lavoro che sia maggiormente disposto a investire su di loro.
In questa situazione, in cui si registra una crescente carenza di talenti in molti settori, “trattenere il personale e ridurre quindi il tasso di abbandono dei dipendenti è la via principale per gestire gli scenari di crisi da parte delle aziende. In un periodo in cui i dipendenti sono sottoposti a maggiori pressioni per ottenere dei buoni risultati, una ottimale gestione del business richiede sempre di investire in un approccio incentrato sulle persone”, commenta Claudio Tadoldi, Regional Sales Director di Docebo, azienda leader in soluzioni per la formazione aziendale basate sull’intelligenza artificiale (AI).
Formare l’attuale personale risulta per le aziende decisamente più conveniente e strategico che ricercare e assumere nuove risorse, come riportato, ad esempio, dal recente report della Financial Services Skills Commission (FSSC) che, per il settore dei servizi finanziari, stima un risparmio medio di quasi 50.000 euro per dipendente. Inoltre, investire nell’aggiornamento professionale garantisce che il personale si senta valorizzato e possa contare su ottime competenze per lavorare in modo produttivo, contribuendo alla crescita continua dell’organizzazione. Questo, a sua volta, rende i lavoratori in grado di individuare nuovi trend e opportunità e di adattarsi alle nuove pressioni sul posto di lavoro; un aspetto decisamente importante quando i team sono alla ricerca di metodologie per essere più efficienti e ottenere maggiori risultati con meno risorse.
L’implementazione di programmi efficaci di upskilling e reskilling può favorire la mobilità interna, promuovendo opportunità di carriera laterali e in ascesa, con un effetto positivo sulla cultura aziendale, in modo da migliorare notevolmente la fidelizzazione del personale. Da notare che i migliori programmi di upskilling non riguardano solo le competenze tecniche, ma considerano il contributo dei dipendenti in una prospettiva olistica-multidisciplinare. Le aziende di successo riconoscono il valore di una forza lavoro con un’ampia gamma di competenze, comprese quelle interpersonali.
Resilienza, curiosità, empatia, capacità gestionali e comunicative giocano in tandem con le competenze tecniche per creare una cultura aziendale in cui la dinamica di gruppo è positiva, i problemi complessi risolvibili, e dove la produttività è elevata ma senza sovraccarichi. I team di grandi dimensioni vengono gestiti in modo strategico e il personale ha maggiori probabilità di essere tutelato, in quanto si sente responsabilizzato e coinvolto.
“Investire nell’upskilling o nel reskilling del personale è sempre una decisione difficile, soprattutto in un momento in cui i bilanci vengono ridimensionati – aggiunge Claudio Tadoldi – ma, è proprio in tempi come questi, che la formazione del personale può rivelarsi la strategia vincente per ridurre il tasso di abbandono dei dipendenti, tramutandosi in spese minori per le aziende. Con i costi di assunzione di nuovo personale in costante aumento, l’aggiornamento professionale è da considerarsi un investimento positivo e necessario per la salute a breve e a lungo termine delle aziende. L’upskilling è oramai un imperativo aziendale e molti manager sono pronti ad attribuirgli l’importanza che merita all’interno di una più ampia strategia di business. Affrontare ora la questione delle competenze interne consentirà di proteggere i profitti da costi imprevisti per nuove assunzioni, di rafforzare la cultura aziendale e di permettere ai team di continuare a crescere quando le pressioni economiche si saranno attenuate”.