Professioni come quelle del media buyer, sempre più ricercate dalle aziende proprio in virtù dell’esigenza di promuoversi online, potrebbero rappresentare una risposta all’impennata di disoccupazione giovanile che ha investito il nostro Paese.
Secondo la rilevazione ISTAT, infatti, il 23,7% dei giovani italiani sotto i 25 anni non ha attualmente un’occupazione. Al terzo dato più alto in Europa si somma la mancanza di formazione specifica, ovvero l’acquisizione di skill particolari e richieste del mercato per fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro.
“I principali fruitori dei social network – afferma Ale Lorenzi, media buyer e consulente con clienti tra Europa, Stati Uniti ed Emirati Arabi – hanno statisticamente un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, dato che si abbassa sensibilmente se prendiamo in considerazione piattaforme come Instagram o TikTok. Parliamo quindi di un pubblico giovane e giovanissimo, attento e ricettivo alle dinamiche social e capace di padroneggiarne in modo anche istintivo le logiche che regolano il mondo dei social e, più in generale, di tutto il mondo online. Il media buying si rivela quindi una professione particolarmente indicata per i giovani, perché li porta a contatto con ecosistemi che già conoscono e che, in seguito ad un’adeguata formazione, può rivelarsi un lavoro anche molto ben retribuito”.