Data Center e investimenti in Italia. Il commento di BCS

di Redazione TecnoGazzetta

È di questi giorni la notizia che entro il 2025 in Italia sono previsti investimenti fino a 15 miliardi di euro per la realizzazione di nuovi data center, tuttavia, la mancanza di regole chiare e uniformi a livello nazionale sta frenando la crescita del settore.

Proponiamo di seguito una breve analisi di Luca D’Alleva, Senior Consultant di BCS Italia: “Che il 2024 sarà un anno strategico per lo sviluppo dei data center in Italia è indubbio, occorre, tuttavia, soffermarsi sul dato relativo agli investimenti (15 miliardi di euro entro il 2025) e fare un po’ di chiarezza. A mio avviso, l’arco temporale sarà più ampio, diciamo fino al 2028/29, e potrebbe – data l’appetibilità del nostro Paese per quanto riguarda questo ambito – ulteriormente estendersi. Secondo i dati forniti da IDA (Italian Datacenter Association), di cui come BCS facciamo parte, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un hub europeo per i data center, ma è necessario agire rapidamente per creare le condizioni favorevoli al loro sviluppo. Quali i nostri plus? In primis, abbiamo un vantaggio dal punto di vista geografico grazie alla posizione nel Mediterraneo e alla capacità logistica di ricevere e mantenere le infrastrutture. In tal senso, la disponibilità di nuovi cavi sottomarini sulle coste italiane e l’impegno di attori internazionali nei servizi cloud e di interconnessione rappresentano fattori abilitanti che arrivano nel momento giusto. Sempre secondo IDA, creando i giusti presupposti in termini di disponibilità di banda ultraveloce, energia, spazio e regolamentazione fiscale, gli investimenti diretti potrebbero raggiungere un volume di circa 3 miliardi di euro nei prossimi tre anni con un CAGR del 3,8%. È importante che le autorità italiane si rendano conto dell’importanza strategica dei data center per l’economia digitale del paese e agiscano di conseguenza, favorendo la definizione e adozione delle regole necessarie per garantire una crescita sostenibile e la competitività dell’Italia a livello europeo in questo settore.”

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