A cura di Ivan Gento Pariente, International Marketing Manager Synology
Il continuo aumento dei costi delle piattaforme cloud sta portando a una trasformazione significativa del panorama tecnologico enterprise. Se le soluzioni SaaS hanno avuto un’impennata di popolarità durante la pandemia grazie alla loro flessibilità e convenienza, la crescita costante dei loro prezzi sta spingendo le aziende a rivalutare l’uso dei servizi cloud in ottica sia di sostenibilità economica che di effettiva risposta alle proprie esigenze.
Con un aumento previsto del 20% della spesa degli utenti finali SaaS a livello mondiale per quest’anno, Gartner prevede che il 60% dei responsabili delle infrastrutture e delle operazioni si troverà ad affrontare un eccesso di costi nella spesa per i servizi di cloud pubblico, con un impatto negativo sui loro bilanci. L’adozione diffusa dei servizi di cloud registrata negli ultimi anni non ha fatto che aggravare la pressione finanziaria sui bilanci aziendali.
Si tratta di una tendenza generale che coinvolge i principali attori del settore della produttività SaaS: Google Workspace, ha iniziato ad aumentare i prezzi dei piani di abbonamento del 20%, mentre Microsoft 365 si è mossa già nel 2023 con un aumento del 9% delle applicazioni per ufficio. Oltre agli aumenti dei costi, il settore sta affrontando anche la “shrinkflation SaaS”, ovvero la scelta dei fornitori di non cambiare i prezzi di listino, ma di offrire funzionalità ridotte alle stesse tariffe.
Di conseguenza, le organizzazioni possono trovare la loro strategia SaaS inadeguata, ed alcune realtà hanno ammesso uno scarso ritorno sugli investimenti nel cloud. Tuttavia, il passaggio da una suite di produttività SaaS a un’altra può comportare un costo importante, nonché il rischio di interruzioni operative. Infine, il rischio di vendor lock-in complica ulteriormente le cose, in quanto le aziende si legano ai piani esistenti, e questo rende ancora più difficile cambiare fornitore.