l calcio è da qualche anno alle prese con una vera e propria rivoluzione culturale dettata dalla tecnologia. Il VAR, ad esempio, è uno strumento a dir poco rivoluzionario che ha cambiato radicalmente il mondo del calcio e continuerà a cambiarlo col tempo. L’utilizzo del Var è stato approvato dall’International Football Association Board (IFAB) nel giugno del 2016 e, dopo alcuni esperimenti, la FIFA ne ha annunciato l’introduzione ufficiale in occasione del Mondiale del 2018 in Russia.
In Italia l’utilizzo del Var è iniziato nella stagione 2017/2018 visto che il via libera nel nostro Paese è arrivato nel giugno del 2017, insieme all’abolizione degli arbitri di porta, ormai non più necessari proprio grazie al supporto tecnologico.
Il significato di questo acronimo è molto semplice: sta per Video Assistant Referee, ossia “assistente video dell’arbitro” e, letteralmente, indica un aiuto per il direttore di gara e i suoi assistenti tramite un supporto video che consente loro di avere una conferma sulla validità di alcune azioni di gioco.
L’obiettivo, attraverso il VAR, è quello di controllare ed eventualmente correggere una decisione arbitrale nel caso in cui il direttore di gara abbia sbagliato, oppure segnalare episodi gravi come dei falli di gioco, o ancora verificare cosa è realmente accaduto durante un’azione dubbia, ossia un momento del gioco che l’arbitro non è riuscito a vedere con i propri occhi.
Secondo il regolamento VAR, la moviola in campo non può dunque essere utilizzata in tutte le fasi di gioco, ma solo ed esclusivamente in questi casi, denominati “match-changing situations”: l’assegnazione di un goal; l’assegnazione di un rigore; l’espulsione diretta, dunque il rosso immediato non ottenuto dalla somma di due ammonizioni; lo scambio di identità, ossia quei casi in cui il direttore di gara si sbaglia e scambia il calciatore da ammonire o da espellere con un altro.
Grazie a questa rivoluzione i campionati dovrebbero diventare più equi e giusti in quanto si vanno ad eliminare gli errori arbitrali che durante una stagione possono capitare. Se poi ci aggiungiamo il fatto che ormai in Italia non c’è una corazzata come gli anni scorsi, il campionato è molto più avvincente, lo conferma anche NetBet Scommesse online con le sue previsioni, e lo spettacolo sarà per forza di cose anche maggiore.
Ma è stato davvero utile introdurre il VAR? Secondo le statistiche, sì. Nel 2018 i numeri parlano di 117 valutazioni erronee e successivamente corrette dalla tecnologia. Nello specifico parliamo di 59 falli da rigore, non visti o non considerati dall’arbitro, 41 gol assegnati e 16 cartellini rossi mostrati. Numeri importanti, che hanno consentito di far calare la media degli errori dell’arbitro, fino allo 0.90%. Facendo un confronto con la stagione precedente, quella relativa al 2016-17, si capisce che le statistiche sono migliorate.
Il calcio in streaming
C’è un’altra clamorosa rivoluzione in vista per il mondo del calcio. Stiamo parlando del mondo dello streaming che potrebbe presto portare le maggiori leghe europee ad un accordo con i colossi dello streaming. Molto presto, infatti, potrebbero fare il loro ingresso nel mondo del pallone anche colossi internazionali come Amazon e Netflix. Ed è già il momento di chiedersi come cambieranno i metodi di fruizione e quali saranno le implicazioni a livello economico e sociale.
Fino al 2021 gli sportivi potranno seguire le gesta dei loro club preferiti ancora su Sky e DAZN. Dal 2022 al 2024 potrebbe invece cambiare tutto. A confermarlo ci ha pensato in una recente intervista l’amministratore delegato della Lega Calcio Luigi De Siervo che ha aperto anche ad un possibile futuro della Serie A su Amazon e Netflix, piattaforme streaming che si sono dichiarate molto interessate ad acquistare i diritti del nostro campionato nazionale. “Stiamo attirando l’interesse di grandi piattaforme internazionali, come Amazon e Netflix – ha proseguito soddisfatto l’ad – speriamo che il calcio torni al centro del confronto fra tecnologie e piattaforme”.
Il calcio, dunque, viaggia spedito verso una nuova dimensione che parla di mobilità e multipiattaforma. Fine dell’egemonia esclusiva delle televisione, quindi, e apertura a Pc, notebook, tablet e smartphone per avere le partite sempre a portata di mano e in ogni luogo. Amazon nelle scorse stagioni ha rilevato una buona parte dei diritti tv del campionato tedesco (e in Germania detiene anche l’esclusiva per la Champions League) e del boxing day della Premier League (torneo di cui è anche uno dei partner e di cui trasmette venti partite all’anno) e ha recentemente chiuso per l’acquisto di una fetta importante dei match di Champions League. Costo dell’operazione per uno dei quattro pacchetti disponibili vicino agli 80 milioni di euro. A trasmettere le gare nel triennio 2021/2024 sarà Amazon Prime Video, servizio lanciato in Italia e in altri 200 Paesi nel 2016 con l’obiettivo di contrastare l’egemonia di Netflix.